Tra Puglia, Sicilia e Basilicata sono circa 45mila gli ettari totali dedicati a uva da tavola: un indotto che vale oltre un miliardo di euro, ma che potrebbe fare molto di più se tutti gli attori collaborassero e seguissero un unico obiettivo.
Il primo intento della Commissione Uva da tavola (Cut) è quello di ascoltare e rappresentare le diverse esigenze di ogni componente della filiera e lavorare in ottica di armonizzazione. Allo stesso tempo la commissione sarà impegnata a permettere la circolarità delle informazioni tra il segmento produttivo, commerciale e tecnico dell'indotto.
Chi può associarsi alla Cut
La Commissione italiana Uva da tavola è una libera associazione, può associarsi qualsiasi individuo.
Gli associati saranno suddivisi in produttori, operatori commerciali e aziende di filiera. Per associarsi basterà pagare una quota associativa in base alla produzione di Uva da tavola.
Come associarsi alla Cut
Sono circa 100 le aziende che hanno deciso di iscriversi alla Cut. Per l'ingresso occorre pagare una quota associativa che, per le aziende agricole, viene calcolata in base agli ettari piantati; per le imprese commerciale è calcolata sulla base delle tonnellate di uva venduta, mentre per le imprese di servizi si chiede una quota fissa una tantum. I progetti e le idee sono tanti, ma solo uniti potremo percorrere la via della competitività e dell'innovazione dell'intero comparto.
Per i soci produttori al momento dell'iscrizione bisognerà fornire fotocopia o scansione del quaderno di campagna dal quale desumere gli ettari di produzione di uva da tavola nell'anno associativo.
Per i soci commercianti, per determinare lo scaglione di appartenenza e quindi l'importo da versare all'associazione, sarà necessario fornire un'autodichiarazione del volume di quintali commercializzati nell'anno precedente al versamento della quota associativa.