15 dicembre 2020

Clementine, Coop: una settimana da incorniciare

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Doveva essere l’operazione che ribaltava il trend e così è stato. La campagna di Coop Italia a sostegno delle (piccole) clementine calabresi, in programma dal 2 al 9 dicembre scorso, ha dato i risultati attesi, anche se non scontati. “In quella settimana abbiamo triplicato le vendite dei frutti di calibro 5 rispetto alle settimane precedenti e anche rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso – dice a myfruit.it Claudio Mazzini, responsabile freschissimi di Coop – Non solo, è cresciuta del 15% anche la categoria clementine in generale trainata dalla promozione”.

I tre nodi da risolvere: produzione, concentrazione, aggregazione

“Abbiamo dato un segnale – continua il manager – Segnale che poi anche altri hanno seguito. E quando si tratta di fare da apripista per azioni costruttive e con un ritorno positivo per tutti siamo sempre soddisfatti”.
Ovviamente la crisi non è risolta, perché strutturale. “Il calendario produttivo va necessariamente allungato, cercando di alleggerire la concentrazione dell’offerta nel mese di novembre, senza dimenticare quanto sarebbe utile l’aggregazione dei produttori. Fare sistema, infatti, è il primo nodo da risolvere per i produttori calabresi. E’ chiaro che, se l’unica ansia riguarda il decumulo a qualunque prezzo, il sistema non funziona o funziona solo quando c’è pochissima merce”, osserva Mazzini che aggiunge: “Le clementine sono come le albicocche e le ciliegie. Ottime come snack, sono facili da consumare e finché ce ne sono le mangi. Ammesso che siano buone e italiane”.

Interprofessione: uno strumento che “c'è già” (e del perché non usarlo)

Dopo le dichiarazioni della ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova a favore del consumo delle clementine made in Italy, Claudio Mazzini, poi, torna sulla utilità dell’Organizzazione interprofessionale Ortofrutta Italia. “Noi ci siamo e ci crediamo – conclude – Siamo in tutti i comitati di prodotto, diamo un apporto costruttivo e in termini di progettualità, ma da parte del mondo produttivo c’è scarsa volontà di farla funzionare veramente. E poi ci muoviamo tutti su base volontaria, magari il Mipaaf cedesse all’Interprofessione qualche mandato e imprimatur in più”.

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