18 marzo 2022

Noci: la Op Il Noceto lancia progetti anti-frode

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La Op Il Noceto di Chiarano (Treviso), i cui soci lavorano 460 ettari di noci di varietà Lara, sta per lanciare un grande progetto anti-frode in collaborazione con il gruppo “Amici della Noce”, che partirà dalla prossima campagna commerciale. L’obiettivo, nello specifico, è quello di verificare eventuale prodotto estero fatto passare per italiano.

Noci italiane, un'eccellenza da tutelare

“Al giorno d’oggi – rileva una nota della Op – le noci sono molto apprezzate dai consumatori per il loro elevato livello di acidi grassi polinsaturi (Omega 3) e per il loro alto contenuto di tocoferolo e potassio. Esistono diverse cultivar e tra queste la “Lara”, in Italia, ha un apprezzamento molto alto da parte dei consumatori per le sue peculiarità. Attualmente, i consumatori sono sempre più interessati ai prodotti realizzati con ingredienti selezionati e l’interesse per il cibo sostenibile e regionale sta crescendo enormemente. Di conseguenza, i consumatori sono disposti ad accettare prezzi più elevati per prodotti con una specifica origine geografica o con delle caratteristiche uniche. Molti prodotti dell’agricoltura in Europa sono stati soggetti a sofisticazioni e frodi, tanto che il danno finanziario annuo causato dalla frode alimentare è stimato in 40 miliardi di dollari, oltre che, in alcuni casi ai rischi per la salute. Nell’operazione di indagine internazionale Opson VI organizzata da Europol/Interpol, è stato dimostrato che la frutta a guscio è oggetto di frode alimentare su larga scala. Nel 2018, nell'operazione Opson VII, sono state sequestrate 1,2 tonnellate di noci”.

Ora dal frutto si può risalire al paese d'origine

Questa situazione potrebbe presto cambiare. “Per le noci in guscio –prosegue la nota- sono stati proposti negli ultimi anni diversi metodi di analisi per poter identificare la provenienza del prodotto e identificare eventuali frodi, alcune di queste riguardano proprio le noci Lara, in cui ad esempio i ricercatori sono riusciti ad identificare, oltre che il Paese di provenienza, anche la regione, fino ad arrivare alla provincia. Questi studi di carattere sia analitico sia statistico, permettono di identificare con una certa specificità ed accuratezza il riconoscimento geografico dei prodotti tramite parametri preventivamente tabellati. In base a questi primi studi, il gruppo Amici della Noce ha recentemente finanziato la Fondazione Edmund Mach ad approfondire queste tematiche, vista l’importanza di tutelare la Lara italiana da eventuali frodi.

“Nell’ambito dello studio – riferisce Erica Di Pierro della Fondazione E. Mach – sono stati caratterizzati 122 campioni di noci in due anni. Le noci italiane analizzate provenivano prevalentemente da Trentino, Veneto e Campania. Sono inoltre stati inclusi nello studio anche alcuni campioni di provenienza internazionale, sebbene in numero ridotto, in particolare da Francia, Cile, Australia e Tasmania. I risultati ottenuti dall’analisi integrata dei profili isotopici e degli elementi minerali suggeriscono che anche per il noce l’origine geografica italiana sia potenzialmente tracciabile”.

Allo studio anche l'età delle noci

“Sempre per la tutela della Lara – ha continuato Michele Sciannimanica, direttore della Op Il Noceto – come produttori abbiamo sempre di più la necessità di garantire la massima freschezza del prodotto che vendiamo, quindi di evitare che vengano vendute come noci della nuova campagna noci della campagna precedente. Per questo, grazie alla collaborazione dei laboratori LifeAnalytics srl, abbiamo testato un nuovo metodo per identificare l’età delle noci”.

Michele Maccorin della Life Analytics di Oderzo ha aggiunto: “Abbiamo analizzato diversi indici utilizzati per la frutta a guscio nella determinazione dell’irrancidimento degli acidi grassi ed evidenziato come alcuni di essi non si potessero applicare alle noci. Con l’analisi dei polifenoli stiamo invece riscontrando una elevata attendibilità tra indice ed età in mesi dalla raccolta. Abbiamo sicuramente bisogno di maggiori dati, ma il riscontro fino ad ora è molto promettente. Lo studio iniziato e portato avanti negli ultimi mesi dà una grande fiducia sulla determinazione, a tal punto da predisporre a studio su tale approccio. L’andamento della determinazione dei polifenoli tramite estrazione dell’olio dal gheriglio ed opportune metodiche preparative, permette di identificare per mezzo della metodica analitica High Performance Liquid Chromatography-UV (HPLC-UV) lo stato di invecchiamento della noce”.

Studi importanti anche dal punto di vista commerciale

Riuscire a dimostrare la differenza tra una noce italiana e una di provenienza estera, così come le noci più vecchie rispetto a quelle dell’ultima campagna, è fondamentale per chi, come la Op Il Noceto, intende tutelare la produzione nazionale. “La Lara italiana – ha concluso infatti Sciannimanica – attualmente è quotata sui sei euro, quella di provenienza francese si aggira sui quattro euro. Effettuare le opportune verifiche potrà rivelarsi molto utile”.

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