08 febbraio 2023

Castagne: in Campania il marciume ha rovinato tutto

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La campagna castanicola 2022 in Campania? E' stata molto problematica, soprattutto a causa del fenomeno del marciume. Come diretta conseguenza, i prezzi sono posizionati su livelli molto più bassi rispetto al 2021. Tanto che c’è chi sta pensando di chiedere un sostegno per il mancato reddito.
A sottolinearlo, interpellato da myfruit.it, è Davide Della Porta, presidente dell’Associazione castanicoltori campani e amministratore di Oasis, centro di ricerca all’interno del quale sono prodotti, tra l’altro, esemplari di Torymus Sinensis, l’insetto utile che contrasta il cinipide.

“Il fattore positivo – spiega – è che, durante l’ultima campagna, la produzione è tornata abbondante in diversi areali. Tuttavia, c’è stato un serio problema legato al marciume. I prezzi, quindi, si sono mantenuti bassi anche per questo motivo. Non è stato peraltro un problema soltanto italiano; pure in Grecia si è manifestato con molta importanza, tanto che non sono mancate manifestazioni di protesta, come quelle clamorose avvenute a Larissa. Da parte sua, il governo greco ha già stanziato 45 milioni per sostenere le aziende agricole locali colpite da questo fenomeno, mentre in Italia ancora non se ne parla. Insomma, non riusciamo, o riusciamo ancora poco, a fare sistema”.

Prosegue poi Della Porta: “In ragione di quanto premesso, i prezzi si sono attestati su livelli scandalosamente bassi, e all’ingrosso siamo arrivati anche a 0,60-0,70 centesimi di euro il chilo. Dall’altra parte, però, la presenza del marciume è arrivata ad essere fino al 30%. Un dato senz’altro che invita a riflettere, considerando che le normative comunitarie ritengono non commercializzabile un lotto con una percentuale di guasto superiore al 5. Il problema, quindi, è estremamente serio”.

Della Porta aggiunge: “Il fenomeno del marciume è dovuto senz’altro a una serie di fattori. I cambiamenti climatici favoriscono indubbiamente lo sviluppo del fungo responsabile di tale patologia. Il cinipide, inoltre, è non solo un vettore di questo fungo, ma ha anche indebolito le piante e il loro sistema immunitario. Di una simile situazione ne ha beneficiato la Turchia, indenne la scorsa campagna da tale problema, che ha venduto il suo prodotto tra i 2,80 e i 3,20 euro il chilo”.

Ma c’è di più. “Tale problema sta arrecando un danno al consumo di prodotto fresco e, in prospettiva, rischia sempre di più di allontanare i consumatori dalle castagne. Una recente indagine svolta dall’Università Federico II di Napoli, del resto, ha evidenziato che in cima alle preferenze del consumatore non c’è la provenienza della castagna, bensì il suo gusto. Più che il prodotto di un territorio, insomma, si preferisce acquistare un frutto buono”.

Davide Della Porta conclude: “Servirà senz’altro un’attività di ricerca. Intanto, stiamo valutando di chiedere un aiuto per i produttori, a causa del mancato reddito”.

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