02 novembre 2018

Ortobra Gourmet: l’ortofrutta di Sergio Fessia arriva anche da FICO

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A fine settembre Il Pomo, unico store dedicato alla vendita dell’ortofrutta fresca all’interno di FICO Eataly World, ha lasciato il posto ad una nuova gestione, piemontese come l’ideatore del parco agroalimentare più grande del mondo, Oscar Farinetti.
Il cambiamento è evidente, pur essendo gli spazi e gli arredi rimasti i medesimi, e non solo perché la precedente insegna “Il Pomo” è stata sostituita con quella di “Ortobra Gourmet”.

Se la bottega nella sua prima versione richiamava per esposizione il classico negozio di frutta e verdura, quella attuale evoca una calda atmosfera gourmet, una boutique o meglio un insieme di piccole vetrine a tema. È stato fatto un uso sapiente delle luci e delle isole e aggiunte le bancarelle in legno di fico; i prodotti, solo il meglio della stagione, sono esposti per categoria in maniera scenografica (corner agrumi, bancarella delle castagne e melagrane). Anche il visitatore più distratto non può non rimanere catturato dalla splendida tavolozza cromatica delle numerosissime varietà di peperoncino esposte in un’isola in legno a forma, appunto, della piccante bacca.

Autore di tale rivoluzione in scena dal 1° ottobre è Sergio Fessia di Ortobra, azienda cuneese che dal 2007 è l'ortofrutta di Eataly, nata dalla selezione di Oscar Farinetti e Slow Food per la realizzazione del nuovo format di offerta delle eccellenze italiane e del top di gamma.

«FICO è una vetrina eccezionale, una fiera continua, non un negozio, non un supermercato – dichiara Fessia – è un luogo in cui la gente osserva, assaggia, si incuriosisce delle mille attività proposte. La proposta di ortofrutta pertanto deve essere da fiera, non da negozio. La gente al parco assaggia e mangia per lo più salato e dopo magari ha bisogno di sapori più freschi e dissetanti, cosa di meglio della frutta! Per incentivare tale consumo “da passeggio” abbiamo ideato “la fontana del contadino”, ovvero un’area nella nostra bottega in cui è presente un grande lavabo e tavolini con sedie, dove i visitatori possono lavare anche il singolo frutto acquistato e poi decidere se consumarlo on the go o comodamente seduti là dove hanno comprato».

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«Il nostro obiettivo è far mangiare la frutta dentro FICO, poi se uno compra anche per portare a casa meglio – prosegue Fessia -. Il consumo di frutta in generale non viene invogliato, ma in un posto dove ci sono tutte le eccellenze alimentari e ti viene voglia di assaggiare i diversi tipi di salumi, di formaggi e di pasta, la frutta non può essere da meno, si può fare assaggiare anche la frutta!»

«Siamo ancora agli inizi, abbiamo lavorato solo un mese, e abbiamo ancora tante idee da realizzare. Ad esempio, a breve partiremo con le spremute, perché in Italia siamo gli unici a poterne offrire tre diversi tipi, vaniglia, bionda e rossa, con gusti completamente diversi. Ripeto FICO è una vetrina, una fiera, è importante per il numero di contatti, anche se nelle nostre prime settimane di presenza abbiamo registrato anche un numero molto elevato di scontrini, perché ci siamo inventati la curiosità dei peperoncini, peraltro tutti italiani. La nostra scelta è infatti di lavorare solo ed esclusivamente prodotto made in Italy”.

«A cosa può servire il nostro lavoro dentro FICO? – continua Fessia -. A selezionare delle aziende italiane con eccellenze, compresi prodotti di nicchia e quelli nuovi, e ad aiutarle a far conoscere tali prodotti. Se il gusto è valido e il prezzo sostenibile, poi i visitatori andranno a cercare questi prodotti nei luoghi di vendita. In definitiva, FICO è una piattaforma di lancio, che necessita di un’offerta mai banale, un po’ diversa dal solito, è il posto giusto dove lanciare un prodotto nuovo, perché consente di sviluppare contatti numericamente importanti. Noi crediamo tanto nel progetto e pensiamo di attirare i visitatori nella nostra bottega con tante altre nuove idee».

Certamente il settore ortofrutticolo ha bisogno di idee nuove per stimolare i consumi, informare e incuriosire il consumatore e far crescere il valore percepito dei prodotti. E magari il lavoro realizzato da Ortobra presso FICO potrà offrire utili spunti anche ai retailer, per rendere la spesa nel reparto ortofrutticolo un’esperienza più appagante e completa, in cui il primo driver d’acquisto non è il mero prezzo.

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