Secondo l’avvocato Angelo Pisani, presidente dell’associazione Noi Consumatori si tratta di una legge anticostituzionale che in realtà colpirà cittadini e piccoli imprenditori invece che agevolarli. Corrado Vigo, agricoltore siciliano, parla di approssimazione e confusione nella sua applicazione. Coldiretti Sicilia, d’altro canto, getta acqua sul fuoco, considera la norma positiva e invoca eventuali correttivi, in questo periodo di rodaggio, nel caso emergessero criticità. È questo lo scenario descritto dal quotidiano La Sicilia venerdì scorso in un articolo dedicato all’oramai famoso articolo 62, entrato in vigore il 24 ottobre e che introduce il contratto scritto nella cessione di prodotti agricoli fissando termini di pagamento (30 giorni per le merci deperibili e 60 per tutte le altre) precisi e multe salate nel caso non venissero rispettati (sanzioni tra i 500 e 500mila euro). Sarà, in effetti, questo primo periodo di applicazione, un test importante per verificare eventuali distorsioni e fenomeni che, invece di agevolare, dovessero ulteriormente deprimere il mondo agricolo che, come altri settori, sta già facendo i conti con una crisi economica della quale è difficile intravedere la fine. Se da una parte i rischi che continuano a essere sottolineati sono quelli che vedono la grande distribuzione organizzata chiedere un ribasso dei listini pena la diminuzione degli ordini, a causa dalla scarsa liquidità a disposizione nel poter pagare i fornitori entro i termini previsti per legge, dall’altro viene evocato anche un altro rischio: “L’applicazione di questo articolo” – sostiene Vigo – “farà sì che la Gdo vada sempre più ad acquistare in altri paesi i prodotti che intende vendere”. Alessandro Chiarelli e Giuseppe Campione, rispettivamente presidente e direttore di Coldiretti in Sicilia, non sembrano invece essere d’accordo: “Siamo certi che la Gdo continuerà ad acquistare in Italia. Che senso avrebbe una Gdo che vende tutti prodotti importati?”.
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