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12 marzo 2025

Carne vegetale: Unilever e Nestlé frenano, mercato in crisi

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Soddisfare la sensibilità animalista è importante, ma le alternative vegetali  alla carne devono essere anche gustose e salutari. Il mercato, tuttavia, non è riuscito a rispondere pienamente alle esigenze di vegani, vegetariani e flexitariani. A confermarlo è un’inchiesta di Reuters, che evidenzia il progressivo disimpegno di due colossi globali, Unilever e Nestlé, dalle loro linee di carne vegetale, fino alla possibile cessione dei marchi.

Entusiasmo finito per The Vegetarian Butcher (Unilever) e Garden Gourmet (Nestlè)

Le multinazionali, secondo l’agenzia di stampa, vorrebbero vendere The Vegetarian Butcher (Unilever)  e Garden Gourmet (Nestlè). Marchi che utilizzando prodotti vegetali, come i fagioli, hanno cercato di riprodurre il gusto della carne. Una proposta offerta anche per questioni ambientali visto l’incidenza degli allevamenti sulle emissioni climalteranti. 

Lodevoli intenzioni, ma  i consumatori vegani e dintorni sono molto attenti alla salubrità di quello che mangiano. 

Cibo troppo lavorato 

“La percezione che questi prodotti siano ultra elaborati e potrebbero non essere così sani o nutrienti come sembrano è stato un fattore che ha contribuito al declino del mercato".

Parole di dell'analista di Vontobel Jean-Philippe Bertschy, intervistato da Reuters che sottolinea anche una svolta nei consumi: “Una tendenza più ampia tra i consumatori a passare a prodotti freschi piuttosto che trasformati ha colpito la loro popolarità negli ultimi due anni”.

Un settore che perde fatturato 

Le stime di mercato spiegano il passo sempre più felpato delle due multinazionali. “Le vendite totali nel mercato chiave degli Stati Uniti per i sostituti di carne e pesce sono scese a 1,6 miliardi di dollari nel 2023 da 1,7 miliardi di dollari nell'anno precedente, la società Euromonitor International prevede che le vendite si eroderanno ulteriormente da qui al 2026”. Un piano inclinato. 

Clima politico sfavorevole 

Non aiuta la politica. Negli Stati Uniti il segretario alla Salute Robert F. Kennedy Jr  – noto per l’avversione ai vaccini – ha una posizione critica nei confronti dei prodotti a base di carne di origine vegetale. 

Valutazioni in rosso

La scelta delle due aziende di ridurre la loro presenza nel settore, fino alla vendita delle attività, è dato anche dall’analisi finanziaria del comparto. “Al culmine della loro popolarità, i multipli di valutazione medi del mercato azionario per i marchi di alimenti a base vegetale avevano raggiunto tra cinque e dieci volte i loro ricavi annuali”.

L’età dell’oro è durata poco: “Da allora sono scesi a una media da una a tre volte”. Analisi di John Spayne, presidente di Spayne Lindsay & Co, una società di consulenza finanziaria focalizzata sui consumatori.

Secondo un esperto del settore alimentare The Vegetarian Butcher genera solo circa 50 milioni di euro di vendite annuali ed è in perdita. 

La fake meat non è economicamente concorrenziale con la vera carne 

I produttori di fake meat devono poi fare i conti con i prezzi più economici, soprattutto negli Usa, di preparati a base di carne vera.  Alcuni investitori credono che le alternative alla carne non raggiungeranno il loro pieno potenziale finché il prezzo della carne animale non salirà. "La carne animale è troppo economica", ha affermato Arild Skedsmo, un senior portfolio manager presso il più grande fondo pensione norvegese KLP.

Ma non è la fine del veganesimo 

Il finale? Secondo l’inchiesta di Reuters “l'attività potrebbe attrarre acquirenti tra i produttori di carne che cercano di diversificare in alternative a base vegetale”.  Non un core business, ma un’attività complementare. 

Si può migliorare il prodotto, ma non è semplice sia per il gusto che per la salubrità. I vegani, vegetariani e i flexitariani al momento preferiscono le alternative fresche o comunque meno sofisticate rispetto alla carne vegetale. Insomma più che il mercato di prodotti a base vegetale sono le alternative a più alto grado di sofisticazione a soffrire la mancanza di appeal. 

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