Sostenibilità

01 marzo 2025

Clima: produttori preoccupati, solo il 4% i negazionisti

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Pochi negazionisti climatici tra gli imprenditori agricoli, sono solo il 4%, ma c'è un dato curioso. Tanti di loro hanno investito o investirebbero sulle rinnovabili. 

Chiaro: non gli piace la narrazione politica e scientifica – e questo elemento è grave – ma porte aperte agli impianti fotovoltaici in azienda. Gli agricoltori sono quindi preoccupati per i cambiamenti climatici, credono nella transizione green ma lamentano troppa burocrazia e pochi aiuti.  

Sono  gli esiti di uno studio, promosso dall'organizzazione internazionale More in Common, che ha intervistato 600 agricoltori e allevatori di tutta Italia, mettendo in luce le mancanze, le esigenze e le preoccupazioni di questo processo cruciale. Il risultato di questa indagine è il report "Europe Talks Farming Italy" .

Solo il 4% è negazionista, il 74% riconosce il contributo umano

Interessanti i dati che si leggono nello studio dove emerge che solo il 4% dei produttori e degli allevatori nega l'esistenza del cambiamento climatico. Al contrario, il 74% riconosce che è una realtà e che è provocato dall’attività umana, con una percentuale che sale all’83% tra le donne.

Attenzione perché al 4% dei negazionisti bisogna aggiungere il 15% che crede che il cambiamento climatico esista, ma non riconosce l’influenza dell’uomo su di esso. Siamo quasi al 19% di imprenditori che sminuisce gli effetti delle attività umane sui cambiamenti climatici.

Preoccupazione crescente

La preoccupazione c’è e vive insieme a noi. Il cambiamento climatico spaventa soprattutto gli agricoltori del Sud e delle Isole: ben il 87% degli intervistati esprime ansia per il futuro.

Meno ansia tra chi lavora con il metodo biologico

Paradossalmente  coloro che  hanno acquisito certificazioni biologiche mostrano un livello di preoccupazione più contenuto, la maggior parte si considera solo "abbastanza preoccupata". Parallelamente a questa preoccupazione, c'è una forte consapevolezza riguardo al deterioramento dell'ambiente, con il 44% molto preoccupato.  E su questo tema cala la percentuale dei negazionisti.

La transizione ecologica? Con meno burocrazia e aiuti

Il problema è la complessità della società contemporanea. Troppi cavilli per gli imprenditori. Parlano i numeri:  il 68% degli agricoltori ritiene che una riduzione della burocrazia sia necessaria per adattarsi ai cambiamenti climatici. La mitigazione non può poi avvenire senza aiuti economici e incentivi. Percentuali ridotte ma significative  sono legate al ruolo della tecnologia che si rende necessaria per il 24%  degli intervistati mentre il 20% chiede più formazione

Transizione ecologica: un’opportunità per un quarto degli agricoltori 

Mentre solo il 14% degli agricoltori considera la transizione ecologica un errore da contrastare, il 62% la vede come una necessità, e il 25% la interpreta come un’opportunità. Tuttavia, esiste uno scetticismo predominante tra gli agricoltori non sindacalizzati di età compresa tra 45 e 64 anni, in particolare in Puglia e in Emilia-Romagna. Il 25% vede la transizione come un’opportunità.

È interessante notare che, anche tra coloro che la considerano un errore, c'è una propensione a installare impianti per l'energia rinnovabile.  

L'energia rinnovabile come opportunità

Il 38% degli agricoltori ha già installato impianti di energia rinnovabile, un dato che scende al 24% tra gli scettici riguardo alla transizione ecologica.  Ma si sale al 46% tra coloro che sono interessati. Insomma la gran parte degli operatori vede l'installazione di pannelli solari come un’opportunità - siamo al 61% - per diversificare le fonti di reddito, sebbene un quarto li consideri una minaccia.

Va bene la transizione, ma non il Green Deal  visto che c'è un ampio sostegno alle proteste degli agricoltori, che nonostante il riconoscimento della necessità di una transizione energetica, mostrano insoddisfazione nei confronti delle istituzioni. Ben il 78%  non si sente, infatti, rappresentato. 

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