Una mela al giorno è ormai passata alla storia, ora si può puntare anche alle quattro arance al giorno per quattro settimane. E non si tratta solo di un claim, seppur incontrovertibile, ma di una ricerca scientifica rigorosa con pubblicazione su una rivista internazionale.
I protagonisti sono i ricercatori dell’Irccs Saverio de Bellis in Puglia, un punto di riferimento per il trattamento della steatosi epatica, che hanno condotto una sperimentazione clinica su 60 pazienti.
Il risultato: un terzo dei pazienti affetti da steatosi epatica, quando il peso dei grassi accumulati nel fegato supera il 5%, migliora la sua condizione di salute. Questa la registrazione dei ricercatori pugliesi.
Le arance come rimedio nutraceutico
Questa patologia, nota anche come fegato grasso, si manifesta tra i 40 e i 60 anni ma sta aumentando l'incidenza anche tra bambini e giovani. Le cause? Diete troppo ricche di grassi, generalmente associate a sovrappeso o obesità.
Il problema si risolve attraverso la riduzione di grassi, alcol, zuccheri, carne rossa e latticini e poi attività fisica, moderata e regolare. Tra i consigli dei medici anche un consumo più intenso di frutta, verdura e cereali integrali. Tutto bene, ma all'Irccs Saverio de Bellis hanno individuato questa terapia a base di arance. Un altro segno del loro potere nutraceutico che valorizza questo frutto e tutta la filiera che può puntare sulle diverse caratteristiche salutari dell'agrume.
Uno studio internazionale tra Puglia e Australia
Si tratta di uno studio multidisciplinare, con la dottoressa Maria Notarnicola prima firmataria dell’articolo, che ha visto la partecipazione di numerosi ricercatori dell’Istituto pugliese oltre ad una prestigiosa collaborazione con il professor Luigi Fontana direttore della cattedra di medicina metabolica traslazionale del Charles Perkins centre royal prince Alfred clinic dell'Università di Sidney. E conosciuto nel mondo come esperto di longevità.
Un ricercatore che punta sull'attività fisica e sul consumo di frutta come terapie. Oltre ad aver collaborato allo studio sulle arance è interessato ai kiwi, in un suo video su Youtube valida una ricerca sulle loro proprietà: "Per la precisione due al giorno per quattro settimane inducono un miglioramento clinicamente significativo della stipsi, con una riduzione del malessere gastrointestinale". Avanti tutta con la frutta.
Dal succo di arancia alle arance
Nel sito di Irccs si legge: "Le proprietà benefiche dei flavonoidi per la prevenzione di malattie croniche da ascrivere principalmente alla loro attività antiossidante ed antinfiammatoria sono già note da tempo".
La differenza con questo studio? La spiega il direttore scientifico dell'istituto Gianluigi Giannelli, “i dati disponibili in letteratura sino ad oggi erano molto preliminari, avendo dimostrato che il consumo del succo d’arancia per un periodo di due settimane ha un effetto benefico nei topi da laboratorio. Nel nostro studio, invece, una dieta arricchita di arance consumate nella loro interezza è stata prescritta a pazienti con steatosi epatica in uno studio clinico controllato randomizzato”.
La misura del grasso
Dal succo al frutto, ma non solo. "A fare la differenza, con gli studi già presenti nella letteratura internazionale, è stata la qualità del disegno sperimentale dello studio e la possibilità, grazie alla multidisciplinarità dell’Irccs de Bellis di misurare la quantità del grasso accumulato nel fegato mediante fibroscan, oltre ad una valutazione dei nutrienti ingeriti con la dieta quotidianamente".