Nei grandi mercati ortofrutticoli i volumi sono in calo perché si svuotano le città, va meglio nelle zone turistiche, soprattutto nel fine settimana. La frutta estiva tiene banco, ma c'è qualche buco per le pesche, mentre si va verso fine campagna per le ciliegie. Prezzi bassi per le angurie alla rinfusa, solo pochi cent. I grossisti parlano di una buona richiesta per le fragole in versione estiva: dal Veneto e dal Trentino.
Torino: si svuota la città, vendite al ribasso
Nel capoluogo piemontese incontriamo Giancarlo Gianusso, agronomo dell’ufficio qualità e logistica del Caat, che presenta a myfruit.it il quadro della situazione. “I volumi sono in calo visto che la città si sta svuotando”. E' periodo di frutta estiva. Ma vediamo i prezzi: “Le albicocche (calibro 45/50) in vaschetta quotano 1,20/140 ma anche 1,60 per alcune varietà mentre i calibri più grossi (50/55) sono su 1,50/1,70 con picchi fino a 2 euro. I fichi neri sono a 2/2,50 euro, le fragole del Trentino a 6/6,50 euro“. Passiamo alle nettarine dove non c'è tanto prodotto, ma neanche richiesta e si ha un bilanciamento. I prezzi? “Le nettarine con calibro medio (doppia A) 1,60/1,80 euro, mentre con calibro maggiore (tripla A) 2/2,20 euro; le pesche (doppia A) 1,30/1,50 e 1,60/2 euro (tripla A). Il melone retato 5 pezzi a 0,60/0,80 mentre il melone liscio mantovano da 0,80 con punte fino a 1,20. Anguria nel cartone a 0,50/0,60, alla rinfusa siamo a 0,30/0,40 euro”.
In calo l'uva siciliana
In leggero calo il prezzo dell'uva siciliana che nelle settimane scorse sfiorava i 3 euro, mentre ora la Vittoria quota 1,60/2 euro per una prima categoria, ma come sottolinea Gianusso: “In alcuni casi si può arrivare fino a 2,50 euro“. Sulle mele i prezzi sono stabili anche se in questo periodo c'è meno richiesta. Per le susine ci sono le locali Damaschine che superano i 3 euro: “Ma siamo all'inizio della campagna”, poi per le altre varietà si parte intorno a 1 euro e si arriva a circa 2 euro. Sul fronte della frutta di contro stagione leggiamo nel listino i prezzi sempre sostenuti dei kiwi, si può salire fino a 3,50 euro il chilo per i calibri maggiori dei frutti della Nuova Zelanda di Zespri. Quasi un euro di differenza con i cileni che possono toccare un picco di 2,70 euro. I limoni? Quelli siciliani a 1/1,10 ma c'è anche prodotto sudafricano. Sempre un buon prezzo per le cipolle rosse di Tropea che nel listino segnano 1,50/1,80 mentre le tonde rosate sono a 0,55 euro e le tonde rosse a 0,75.
Ortaggi a prezzi bassi
Per i pomodori si nota un leggero calo per il grappolo: “L'italiano quota 0,90/1,10 euro, l'olandese 1,10/1,20 mentre il Cuore di Bue Piemonte extra 1,30/1,50 euro e il datterino 2,50/3 euro. Le melanzane nere sono a 0,70/0,80 euro mentre la violetta quota 1,40/1,60, i peperoni lunghi 1,40/1,60 e le zucchine scure 0,60/0,70“.
Al mercato sardo mancano le pesche
Al mercato agroalimentare della Sardegna incontriamo Cenzo Pisano, presidente dell'associazione Fedagro locale, che offre la sintesi delle dinamiche del mercato sardo: “Ci mancano alcuni prodotti, in particolare registriamo un buco per le pesche, mentre per le ciliegie siamo a fine campagna. Non ci aiuta neanche il clima”. Si potrebbe vendere di più.
Vediamo i prezzi: “In media le ciliegie sono su 3/3,50 euro con l'extra che tocca massimo i 4 euro. L'origine è spagnola mentre quella italiana la prendiamo in Veneto“. Le ciliegie emiliane? “Nel nostro mercato non vanno perché sono confezionate, si trovano della distribuzione organizzata ma i nostri clienti preferiscono le cassette da 5 chili“. Le quotazioni delle pesche? “La varietà pasta gialla siamo a 1,80/2 euro mentre l'origine è Veneto e Campania, il prodotto locale sardo è molto poco. Bisognerà aspettare due settimane per recuperare“. Le albicocche? “Hanno un prezzo sostenuto, origine soprattutto Campania, con quotazione da 2 euro“.
Rincorsa alle fragole
Andiamo avanti nell'analisi dei prezzi della frutta estiva: “L'anguria quota 0,70 euro, il melone verde 0,65/0,70 e c'è anche prodotto spagnolo; quello liscio varietà Tamaris quota intorno a 1 euro. Tutto prodotto sardo”. Anche le susine sono sarde, ma c'è pure prodotto spagnolo e di Fondi con una quotazione media di 1,30/1,50 euro. Molto richiesta la fragola: “Una vera e propria rincorsa, molto ricercata e si vende intorno a 10 euro il chilo, 18/20 la cassetta di 2 chili. Abbiamo prodotto dal Veneto e dal Trentino”. L'uva? “Ancora troppo verde, i clienti la vogliono colorata, cercano un bel giallo. Abbiamo prodotto sardo di serra intorno a 2/2,20 ma dalla settimana prossima si parte con il campo aperto“.
Ortaggi: prezzi non esaltanti
Vanno bene alcune varietà di pomodori: “Datterino 2,50 euro, insalataro 1,60, Cherry 2,20/2,30 mentre siamo quasi fermi sul grappolo perché c'è poco prodotto, quota 1,30/1,40. Infine l'ovaletto veneziano oblungo a 1,10 euro. Abbiamo melanzane a 0,70 /0,60, zucchine a 0,60, peperoni sardi e siciliani rossi a 1,70 mentre la secondina vale 1,20/1,30. Infine i cetrioli sardi a 0,70 euro”.
La sfida del distretto rurale
Grossisti e aziende sarde puntano sul distretto rurale sud Sardegna per potenziare gli sbocchi commerciali. Siamo alle battute finali sull'animazione territoriale, il 20 luglio si conclude questa prima fase che ha coinvolto imprese agricole, 10 Comuni tra cui l'area metropolitana di Cagliari e associazioni di categoria. Ora si presenterà la relazione finale per ottenere il riconoscimento da parte della Regione. Sarà una società consortile. A un incontro ha partecipato il presidente di Italmercati Fabio Massimo Pallottini: ha mostrato il massimo interesse al progetto e ha assicurato che la rete formata da 18 mercati, 2500 aziende e un fatturato da 9 miliardi sarà un'opportunità per i sardi. Il direttore del mercato agroalimentare della Sardegna Giorgio Licheri invita le aziende agricole, commerciali e di trasformazione ad aderire al distretto, compilando i documenti scaricabili dal sito web.