Ingrosso

28 maggio 2024

Dai mercati: ciliegie dai 4 ai 12 euro, pesche dai 2 ai 5

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Si vende e i prezzi tengono grazie al clima che sta calmierando gli eccessi di produzione. E’ tempo di ciliegie che si presentano sui mercato con un’ampia forbice di prezzo: dai 4 fino ai 12 euro del prodotto extra.

L’euro del pomodoro olandese detta, o  influenza, anche il prodotto italiano. Buone, anzi ottime, le angurie informano dai mercati ma con questo tempo si vendono ma non quanto si vorrebbe. Stesso discorso per i meloni. E da Vittoria (Ragusa) si chiede una strategia per fermare l’importazione dei prodotti esteri quando c’è sovraproduzione locale.

A Firenze ciliegie da 4 a 12 euro, pesche da 2 a 5, albicocche da 2 a 4

La fotografia delle dinamiche di mercato viene offerta a myfrui.it da Aurelio Baccini – presidente di Fedagro e vice nazionale dell’associazione. “Un mercato tranquillo, complice la variabilità del clima. Non c’è crisi di consumo, siamo un po’ sotto la media rispetto agli anni scorsi. Nel 2024  manca eccesso di produzione e i prezzi così mantengono medio altine.  Su alcune produzioni registriamo delle problematiche, ma niente di particolarmente grave”.

Vediamo le quotazioni della frutta sotto la guida di Baccini: “Le ciliegie quotano dai 4 ai 5 euro per l’origine spagnola, ma si arriva fino ai 12/13 euro per il buon prodotto di Vignola oppure la Ferrovia pugliese”. Per tutte le tasche, si può tradurre.

Capitolo pesche: “Andiamo dai 2 euro il kg per i calibri piccoli fino ai 5 euro per quelli più grossi con  merce spagnola e italiana, anche se il nostro prodotto è quasi  tutto piccolo. Albicocche offrono un bel fritto misto tra Spagna e Italia e una gran quantità di varietà. Si oscilla dai 2 ai 4 euro il kg per il prodotto più buono”.

Il pomodoro italiano si allinea a quello olandese

Il pomodoro olandese quota  intorno a 1/10 euro il kg, prezzo che fa scendere la valutazione del prodotto nazionale. Ma non solo. “Questo clima non invita al consumo, sul fronte ortaggi mancano quote  di finocchi e broccoli ma non determinano grandi spostamenti”.

Angurie ottime, a 1,30/1,40 euro

Vediamo le angurie. “C’è tanta merce  siciliana già ottima prezzi da 1,10 a 1,30/1,40  ma bisogna scendere intorno all’euro per innescare i grandi consumi. I meloni tante situazioni in campo. Le origini sono molto diverse – Campania, Mantova  e fine Sicilia – siamo intorno ai 2 euro per la merce veramente buona mentre a 1,20/1,30 quello di meno valore”.

Uva siciliana e agrumi egiziani

C’è ancora qualcosa dall’emisfero sud ma come sottolinea Baccini: “Ora è quasi inesistente. C’è poca Vittoria molto cara sopra i 5 euro. Le seedless  aumentano le quote, una dinamica che ricorda la crisi del mandarino negli anni 80/90 e l’ingresso delle clementine. Sui limoni c’è merce spagnola a 1,30/1,40 e qualcosa di più si ottiene con il prodotto italiano. Arance Valencia da Egitto e da Spagna con buccia edibile e prezzi abbordabili”.

Da Vittoria: “Stop all’importazione della merce spagnola”

Giuseppe Zarba, presidente Fedagro Vittoria, annuncia la mobilitazione per frenare l’importazione di prodotti esteri. “Al mercato abbiamo avuto la gradita visita del vicepresidente commissione agricoltura alla Camera, Maria Chiara Gadda. Ha accolto l’invito da parte di alcuni produttori a venire a trovarci per cercare soluzioni alla grave crisi che sta colpendo il settore”.

Facciamo come Austria e Polonia

Zarba sottolinea: “Abbiamo discusso sule cose da fare e come si potrebbe agire per frenare l’importazione selvaggia sia dai paesi terzi ma anche da paesi europei in un momento di massima produzione locale che purtroppo ci sta mettendo in ginocchio. Abbiamo evidenziato come paesi europei – vedi Austria, Polonia – con l’arrivo delle loro produzioni evitino d’importare merce estera tutelando le produzioni locali, mentre in Italia questo non si riesce a fare. Ci siamo lasciati con la promessa di consegnare a breve delle proposte che possano essere vagliate in commissione agricoltura per poi portarle avanti”. Dopo l’incontro con il presidente Fedagro, Valentino Di Pisa, continua l’interesse dei grossisti alle dinamiche politiche”.

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