21 febbraio 2023

Dai mercati: ortaggi alle stelle, ma calano le zucchine

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Sempre alti e spesso oltre i 4 euro gli ortaggi, anche se si inizia la fase discendente. Auspicata visto il calo delle vendite.  Le zucchine dai 3 euro il kg dei giorni scorsi stanno scendendo verso i 2  e qualche decina di cent per kg perdono anche le melanzane. Discorso diverso per i peperoni che non cedono anche perchè manca pure il prodotto spagnolo. Sui carciofi c'è presenza di prodotto tunisino. Nel banco della frutta c'è offerta di mandarini tardivi siciliani con buone quotazioni, poi le clementine tardive soprattutto da Spagna e Israele mentre le arance vedono una buona richiesta dei calibri più piccoli che vedono salire il prezzo. Infine c'è inflazione di noci, in particolare prodotto francese e californiano in gran quantità, con prodotto anche buono sotto i 3 euro il chilo. Da leggere listino esotico e frutta secca e Fedagro, la federazione dei grossisti, sigla un accordo  Deliveristo.

A Trieste ortaggi e pomodori da 4 euro il kg

A Trieste Massimo Vitale, presidente Fedagro Trieste, illustra a myfruit.it le dinamiche di mercato. “Gli ortaggi rappresentano un punto dolente, dopo gli eventi atmosferici degli ultimi dieci giorni si è registrato un aumento importante per melanzane e peperoni, siamo su 3,50/4,50 euro il kg, ma si sta iniziando a vedere la discesa. Le quotazioni delle zucchine stanno calando, da domani dovremo andare sui 2 euro e anche sotto rispetto ai 3 dei giorni scorsi“. Stesso discorso per i pomodori: “Parliamo di Sicilia con 2/2,50 euro il kg per il Piccadilly mentre ciliegino e datterino sono sopra i 4 euro. L'origine Pachino sale a 5 euro mentre il grappolo quota 3/3,50 ma presto dovremo avvicinarci ai 2 euro Con questi prezzi i consumi si sono molto ridotti”.

Carciofi dalla Tunisia, bene cavolfiore campano, corsa ai calibri piccoli per le arance

Situazione carciofi? “C'è prodotto tunisino intorno a 0,065/0,70 euro il capolino e sta coprendo la fascia di mercato lasciata libera dal prodotto pugliese non di buona qualità. Il prezzo del Romanesco dipende dalla qualità, quando è buona si supere l'euro. C'è stata una buona vendita per il cavolfiore campano che hanno superato i 2 euro mentre ora registrano una piccola contrazione”.

Tempo di agrumi: “Non c'è quantità e qualità su pezzature più piccole, offerta più importante sulle grandi. Per il calibro 9 non si scende più sotto l'euro, per  quelli maggiori si arriva a 1,80/2 euro con Tarocco normale ma si assiste a poca domanda e molta offerta. C'è buona domanda di mandarini tardivi siciliani che quotano 1,30/1,50 euro il kg, per le clementine c'è poco prodotto italiano, prevalgono  Nadorcott e Tango spagnoli a 1,80/2,20 euro, l' Orri israeliano con il miglior prodotto raggiunge 2,60/2,70 euro”.

Stesso clima a Bergamo: “Prezzi farmaceutici”

A Bergamo incontriamo Carlo Garletti, titolare dell'omonima impresa e presidente Fedagro Bergamo, che sottolinea il brutto momento nelle vendite. E la persistenza dei prezzi stellari, anzi “farmaceutici” come li definisce il grossista, di pomodori e altri ortaggi.  “I prezzi sono talmente alti che  la domanda è quasi sparita”.  Senza dimenticare i problemi dei consumatori. Si vede nella dinamica delle quotazioni delle arance: “C'è stato un aumento di richiesta dei calibri più piccoli come il 9  che ha portato ad un aumento del prezzo, siamo a 1,20/1,30 euro qui a Bergamo, mentre si è registrata una contrazione dei calibri 6 e 4. Dinamiche che evidenziano quanto conta oggi il fattore prezzo. Tiene la fascia premium con dei prezzi buoni, ma non come altri anni”.

Insalate care, pere e mele nella norma

Per l'insalata Cappuccio origine Italia la forbice oscilla da 1,80/ 2,10 euro il kg. prezzi simili per la Gentile che in alcuni mercati però raggiunge anche i 2,40 euro il kg. Ma è l‘Iceberg  ad avere i prezzi più alti: abbondantemente sopra i 3 euro e in alcuni mercati  sopra i 5.  I finocchi 10 pezzi extra possono raggiungere 1,70 euro il kg, le cime di rapa sono a 1,60/2 euro.  I carciofi spinosi sardi  vanno da 0,60 e superano anche l'euro. Il violetto Tema vede un'ampia forbice, si va da 0,40 ai 0,60 euro per capolino.

Per quanto riguarda le pere Abate con origine Emilia Romagna (calibro 60/65 monostrato)  la quotazione media è sui 1,30/1,50  euro il kg mentre il calibro maggiore (70/75) è abbondantemente sopra i 2 euro a Rimini (2,50),  Roma (2,20),  Padova (2,50), Firenze (2,50) e infine pochi mercati offrono il calibro 75/80 che sfiora i 3 euro.  La Decana Comizio arriva dall'Olanda con quotazioni intorno a 1,50 euro il kg (Napoli, Bologna, Torino, Verona, Bergamo Treviso) mentre in pochi mercati supera i 2 euro (Firenze, Roma, Reggio Emilia, Cesena). Torniamo in Emilia Romagna con la William che con il calibro  75/80  quota in media sopra i 2 euro e in alcune piazze supera i 2,50. Vediamo la varietà Kaiser con origine Emilia Romagna e calibro  75/80 che quota in media 1,80/2,20 euro il kg, poche decina di cent in meno per il calibro 70/75.Passiamo alle mele con l'Annurca che quota sopra i 2 euro e fino a 2,30  per il calibro 70/75 mentre con il 60/65 si scende a 1,40/2 euro, la Golden  in media 1,30/1,50 euro mentre la Fuji 1,40/1,60, la Cripps Pink  da 2,20 a 2,80 euro il chilo.

Uve a 3/4 euro, melagrane turche, kiwi gialli a 4/6 euro

Non ci sono grosse novità sul fronte delle uve che arrivano dagli altri emisferi.  La bianca Timpson  dal Sudafrica quota in media sui 4 euro il kg nei mercati di Padova (3,65) , Firenze (4,40), Bergamo (4), Bologna (4,80). Leggero calo per la Red Globe peruviana che in alcuni mercati si trova sotto i 3 euro (Napoli, Padova, Roma, Cesena, Verona) ma in altri si  superano abbondantemente.  Sul fronte melagrane si trova prodotto turco e spagnolo che da 1,80 può quotare 2,50 euro il kg.  E' italiano il kiwi giallo  (110/120 grammi) che oscilla da 4,50 ai 5,50 euro il kg mentre il verde  120/130 grammi italiano Zespri  quota abbondantemente sopra i 3 euro e arriva a 3,60 euro il kg.  Quotazione anche sotto i due euro per il 110/120 grammi anche di origine greca. Il melone  giallo brasiliano quota da 1,40 ai 2 euro.

Il listino esotico: stabili avocado e ananas

Non c’è movimento nelle quotazioni dell’avocado che i mercati offrono con le diverse varietà. Iniziamo dalla Hass dal Perù con i prezzi per singolo mercato che oscillano dai 4 ai 6 euro il kg: Bologna (6 euro), Bergamo (5,80 euro), Padova (4,25), Firenze (4,80), Roma (4,80), Cesena (4,50), Napoli (4,90 euro). Stabile per la varietà Pinkerton dal Sudafrica. Parte anche dai 2 euro (a Bologna), ma non supera i 5 euro e in media quota 4 euro, vediamo nelle singole piazze: Napoli (4,10), Padova (4), Bergamo (5), Verona (4,30 euro). Vediamo le quotazioni dell'ananas gold con il formato sei pezzi  dalla Costa Rica e maturato in pianta che parte da 1 euro e dintorni ( a Bologna anche 0,90 poi Padova, Bergamo, Torino) e sopra 1,30 euro il kg come a Rimini e Bergamo. Con i sette pezzi siamo sui 3,60 euro (Napoli, Milano, Padova, Bergamo, Verona, Torino) ma si va anche oltre i 4 euro il kg a Roma, Firenze, Rimini.

Mango, papaya e lime dal Brasile

Via aerea per il mango brasiliano monostrato da otto pezzi con una forbice molto ampia dai 2 ai 3 euro il kg ma le quotazioni salgono fino ai 5 euro a seconda della qualità. Il frutto della passione è colombiano con le quotazioni medie dai 5 ai 6 euro il kg. La papaya è di origine brasiliana con una media sopra i 4 euro e fino a massimo 5 euro il kg. Brasiliano anche il lime a più strati con quotazioni medie da 1,50 fino a punte di 3 euro il kg. Infine la noce di cocco origine Costa D’Avorio che oscilla da 1,20 a 1,70 euro il chilo.

Il listino della frutta secca: inflazione di noci

Massimo Vitale parla di una vera e propria inflazione di noci: “Il risultato dei grossi investimenti globali, in particolare c'è prodotto francese e californiano in gran quantità che  anche buono si vende  sotto i 3 euro il kg“. Continuiamo con le noci e la presenza di prodotto italiano con la varietà Lara che con calibro 34/36 viene quotata intorno ai 6 euro il kg mentre con calibro 36/38 si superano anche gli 8 euro. La Franquette francese alla rinfusa quota dai 2,50 ai 3,50 per il calibro 28/30 mentre il 32/34 dai 3,50 ai 4,50 euro il kg. Infine la Chandler cilena supera i 4 e sfiora i 5 euro.

Poche nocciole presenti nei mercati dove domina il prodotto francese dai 4 ai 6 euro il kg, al mercato di Cagliari c’è merce campana a 5,20 euro il kg. Con le mandorle i listini dei mercati offrono solo la quotazione del prodotto californiano. Le sgusciate extra alla rinfusa calibro 22/24 con la quotazione che oscillano dagli 8 ai 10 euro. Per le sgusciate calibro 20/22 dai 7 ai 10 euro. Le pelate possono arrivare ai 12 euro il kg a Firenze con una media di 9/10 euro.

Arachidi, ceci, lenticchie e  fichi secchi

Le arachidi varietà Fancy sono alla rinfusa e di origine egiziana con una quotazione media dai 3,30 ai 4 euro il kg. Per gli anacardi l’origine è  Brasile e Vietnam con prezzi che oscillano dagli 8,50 euro il kg fino a un massimo di 14 euro il kg. I ceci secchi vedono l’origine italiana intorno ai 2 euro il kg, quotazioni simili per il prodotto messicano. I fichi secchi arrivano da Grecia e Turchia, venduti a pacchetti e si vendono sotto e sopra i 9 euro il chilo con punte di 11 e 14 euro. Le lenticchie secche da Canada e Egitto da 1,30 fino a 2,40 euro il chilo.

Fedagro sigla accordo con Deliveristo

Da un anno ormai Fedagromercati-Confcommercio e Deliveristo collaborano per valorizzare il sistema imprenditoriale delle aziende dell’agroalimentare italiano. Tale cooperazione mette in risalto il naturale ruolo degli operatori grossisti in qualità di punto nevralgico per la filiera nel mettere in contatto il mondo della produzione con gli attori del commercio e del canale Horeca per arrivare ad offrire ai consumatori finali una vasta gamma di prodotti diversificati, tracciati e di qualità.

Grazie alla piattaforma digitale di Deliveristo, il rapporto fra grossisti e ristoranti diventa ancora più forte, offrendo innumerevoli opportunità sia ai commercianti in qualità di fornitori sia ai ristoratori che hanno la possibilità di scegliere fra moltissime referenze in base alle proprie esigenze. Ad oggi realtà come Milano, Roma, Torino, Firenze, Bologna e molte altre hanno aderito alla piattaforma e l’intento è di ampliare ancora di più il numero di fornitori con l’obiettivo di rafforzare il continuo dialogo fra i due segmenti nell’ottica di un processo di modernizzazione e cambiamento del ruolo dei grossisti ortofrutticoli. Quest’ultimi mantengono sì la loro funzione di incontro fra domanda ed offerta nella commercializzazione di prodotti freschi, ma allo stesso tempo si proiettano verso un futuro che vede nell’offerta di servizi aggiuntivi e nell’ottimizzazione della gestione degli ordini. Un elemento imprescindibile per la crescita delle aziende. Digitalizzazione, sviluppo imprenditoriale e sostenibilità sono le tre direttive alla base di questa partnership che unisce il mondo dei mercati all’ingrosso con i ristoratori, promuovendo il valore del comparto agroalimentare italiano nell’economia del Paese.

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