19 luglio 2022

Dai mercati: super ciliegie greche a 5 euro

81

Sempre care le insalate, in discesa le pesche, si vendono ancora le ciliegie e vanno bene quelle maxi dalla Grecia con il super calibro 32/34 molto apprezzato dai consumatori. Tiene l'uva intorno ai 2 euro e si vedono i primi grappoli di  varietà Italia. Bene i frutti di bosco ancora quasi tutti italiani. Sempre richieste le arance. Il tour nei mercati all'ingrosso di Verona, Milano e Genova.

A Verona salgono le angurie di Mantova, ciliegie super con calibro 32/34

Nel mercato veneto il quadro delle dinamiche di mercato è offerto da Andrea Bonizzi, agronomo e responsabile qualità e prezzi, che illustra le diverse quotazioni. Iniziamo con la frutta. “Migliorano di qualche cent le quotazioni delle angurie di Mantova che si vendono a 0,55 euro il kg, stesso prezzo delle baby. Vanno benino i meloni con il liscio di Mantova a 1 euro, la varietà Charentais a 0,80 euro e il Macigno retato locale a 0,70/0,80 euro il kg mentre il prodotto  extra può raggiungere 1,40/1,50 euro”. Vediamo le ciliegie: “C'è il prodotto del Trentino che spunta  4,50/5 euro il kg, stessa quotazione dell'origine Grecia che si presenta con un super calibro 32/34“. Quasi un altro frutto viste le dimensioni.

In calo le pesche, prima uva Italia

Sono in ribasso le pesche: “C'è una buona offerta di prodotto locale e meridionale. I prezzi dell'origine veronese: tripla A  massimo 1,50 euro; doppia A  a 1,20 euro e il calibro più piccolo 1 euro. Sono più sostenuti i prezzi delle nettarine in padella: tripla A 1,80 euro, doppia A 1,50 per chiudere a 1,20 con la pezzatura minore. La nettarina riesce a spuntare 10/20 cent in più”. Quotazione maggiore anche per le pesche dal sud, in particolare dalla Puglia: “Registriamo 0,10/0,20 euro in più il kg con la tripla A che raggiunge 1,80 euro e la nettarina che tocca i 2 euro”.

Le uve? “La Vittoria quota 1,80/1,90  e il prodotto extra può arrivare fino a 2,50 euro il kg. Stesso prezzo per la Black Magic e si vede la prima bianca Italia in cerca di quotazione“. Chiudiamo con i piccoli frutti dove predomina l'origine italiana: “Ribes 11 euro come le more, mentre i lamponi toccano i 13 euro e i mirtilli quotano 10“.

Le insalate anche a 2,50 euro

Il banco verdure vede: “I cetrioli in padella stabili ma con tendenza all'aumento e quotano fino a 2 euro, in doppio si fermano a 1,60/1,70 euro il kg. Le melanzane sono in leggerissimo calo,  in padella quotano 0,90 e in cassa 0,70 il kg. I peperoni locali sono in  leggero calo per l'affermarsi delle prime quantità: il giallo e il  rosso in padella quotano 1,20 mentre il verde si ferma a 1 euro e per il doppio strato ci sono da togliere 0,20 euro il kg. Il peperone  olandese quota anche sopra i 2 euro, ma se ne vende poco”.

Capitolo insalate: “La Gentile sopra i 2 euro, un buon prodotto di Iceberg  1,50/1,60 euro e si tratta di origine olandese e tedesca, la cappuccio 1,50/1,60  mentre la Scarola  lavorata quota 2,50 euro come la Riccia. In questo periodo c'è minor resa, più lavoro e le quotazioni crescono. I  finocchi sono a 1,30/1,50 euro, fagiolini locali lavorati a mano 2,80/3,30 e  1,80/2,10 quelli raccolti a macchina. Le taccole arrivano fino a 2,30. Il pomodoro a  grappolo 1 euro, il cuore di bue  da 0,80 a 2 euro con ampia forbice. Il  ciliegino 1,30  con prodotto di prima categoria, il  datterino si ferma a 1,80. Il prodotto è locale e di Fondi. Le zucchine sono stabili con  tendenza al ribasso, il calibro  7/14  massimo quota  1,30 euro  e il  14/21 si ferma a 0,80/0,90 euro”.

A Milano vanno forte le pesche e le angurie

Nel mercato di Milano il bilancio è tracciato da Salvatore Musso di Masterfruit Srl che parla di un mercato lento visto che in città c'è meno movimento. “L'anno scorso alcuni di noi avevano chiuso a luglio, quest'estate ci siamo tutti”. Vediamo i prodotti  più richiesti: “Sono i frutti tipicamente estivi, quindi parliamo principalmente di angurie (0,50/0,90 euro), meloni (0,90/1,50)  ma vanno ancora le ciliegie (2/4,50 euro)  e poi pesche e nettarine (0,90/1,50), albicocche (1,00/2,00) e  prugne (0,90/1,50).

Meno pere e mele  si vendono le arance

Musso illustra gli articoli in calo: “Si registra  sempre meno interesse per mele e pere, se non per le varietà estive. Costantemente buono il mercato degli agrumi che vede le arance con prezzi in risalita. Produzione ormai alla fine per il nostro continente, inizia quella di oltreoceano. Il prezzo medio va da 0,70 euro a non oltre 1 euro il kg per la vecchia produzione, per salire a non meno di 1 euro e oltre per le nuove varietà d’importazione”.

A Genova bene pesche, albicocche e ciliegie

Al mercato di Genova l'analisi per myfruit.it è offerta da Marina Saulle: “Sto lavorando. Gli articoli che vanno per la maggiore per quanto riguarda la frutta sono pesche e albicocche. Sono richieste. Io seleziono e sono un po' più cara ma le vendo. Bene anche le ciliegie, ho prodotto spagnolo, che vanno anche a metà luglio. Il turismo della Riviera è concentrato soprattutto nel fine settimana, è ritornato quello delle crociere a Genova e si lavora bene con i residenti”.

Grossisti di Fedagro e Coldiretti uniti nella lotta

Oggi si è tenuta l’assemblea annuale di Fedagromercati alla presenza del presidente Valentino Di Pisa e di tutti i presidenti delle associazioni territoriali. All’incontro è intervenuto anche il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, per rafforzare la collaborazione fra i grossisti e le parte agricola.

Il presidente della Coldiretti Ettore Prandini ha sottolineato l’importanza di superare “il deficit logistico italiano per il trasporto merci che costa al nostro Paese oltre 13 miliardi di euro, con un gap che penalizza il sistema economico nazionale rispetto agli altri Paesi dell’Unione Europea. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) può essere determinante per agire sui ritardi strutturali dell’Italia e sbloccare le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese e anche con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria in alta velocità, con una rete di aeroporti, treni e cargo. Ma per valorizzare le produzioni nazionali – ha aggiunto Prandini – occorre lavorare anche su accordi di filiera con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione, come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni”.

il presidente Di Pisa: “Incontro non solo simbolico”

Il presidente Di Pisa : “Sono molto soddisfatto della presenza del presidente Prandini, questa sua partecipazione ha un grande valore per la federazione, che sono certo non sarà solo simbolica, ma sarà tradotta in progetti concreti ed efficienti. Mai come in questo momento le sfide e le difficoltà che ci troviamo ad affrontare necessitano di coesione fra gli attori della filiera ed è con questo spirito che ci siamo accordati di creare un tavolo operativo per avviare iniziative volte a governare e garantire un’equa distribuzione sulla catena del valore della filiera ortofrutticola. Credo fermamente infatti che investire sulle piattaforme logistiche come i mercati ed i loro operatori sia necessario ed indispensabile per valorizzare le produzioni del nostro paese ed essere così più competitivi rispetto agli altri paesi”.

Si è parlato infine dell’aumento della partecipazione delle imprese alla vita associativa, soprattutto del sud Italia, della necessità di presenziare alle fiere nazionali ed internazionali per creare nuove opportunità alle aziende e della necessità, sempre valida, di lavorare insieme agli enti gestori per il bene del comparto intero.”

Potrebbe interessarti anche