Con la simulazione dello sbarco su Marte e l’inizio del periodo di isolamento è partita ufficialmente in Armenia la missione Amadee-24 organizzata dall’Austrian space forum, in collaborazione con l’Agenzia spaziale armena, per aprire la strada alle future missioni di esplorazione dello spazio. A fornire cibo fresco all’equipaggio sarà Hort3Space, un orto ipertecnologico realizzato da Enea in collaborazione con il dipartimento di Ingegneria meccanica e aerospaziale dell’ Università La Sapienza di Roma. Si tratta di un sistema innovativo di coltivazione idroponica multilivello, completamente automatizzato, modulare, dotato di specifiche luci Led e di un braccio robotico integrato.
Fino al 5 aprile 2024 nella regione desertica dell’Ararat, un team di sei astronauti altamente qualificati – tra cui l’italiano Simone Paternostro – lavoreranno in isolamento sia per testare strumenti, apparecchiature e procedure che per condurre esperimenti e progetti che coinvolgono oltre 200 scienziati provenienti da 26 Paesi in tutto il mondo.
Orto italiano per lo spazio con ravanello e cavolo rosso
Nell’orto italiano gli astronauti coltiveranno vegetali in grado di adeguarsi alle condizioni estreme sia terrestri che spaziali, come il ravanello rosso e il cavolo rosso, entrambi ricchi di antiossidanti, vitamine e minerali. Allestito all’interno di una camera di coltivazione in una tenda gonfiabile autoportante, Hort3Space permetterà di massimizzare la produzione e di ridurre il consumo delle risorse e il carico di lavoro dell’equipaggio, incrementando al contempo il recupero e il riciclo degli scarti.
Un manuale per gli astronauti
Per raggiungere queste finalità, il team di ricerca italiano ha messo a punto un manuale operativo con le procedure per trasferire agli astronauti analoghi tutte le informazioni sull’installazione della piattaforma, l’avvio delle attività in piena autonomia, la manutenzione in caso di arresti e guasti. Il tutto sarà coordinato dal mission support center di Vienna, con cui ci saranno 10 minuti di ritardo nelle comunicazioni al fine di simulare la distanza dalla Terra a Marte, come avviene nelle reali missioni spaziali.
Gli esperimenti avviati sull’orto made in Italy serviranno a verificare la fattibilità dell’intero processo di coltivazione idroponica automatizzata, a comprenderne i consumi energetici di risorse idriche e fertilizzanti e a studiarne la produttività.
Oltre all’italiano Simone Paternostro, gli astronauti analoghi sono: il comandante Anika Mehlis (Germania), il vicecomandante Robert Wild (Austria), Carmen Köhler (Germania), Iñigo Muñoz Elorza (Spagna) e Thomas Wijnen (Paesi Bassi).
Pomodoro San Marziano
Enea è impegnata da oltre dieci anni nelle attività di ricerca finalizzate alla realizzazione di orti spaziali ed è specializzata in particolare nella realizzazione di sistemi ingegnerizzati per la coltivazione di piante in assenza di suolo, di coltivazioni idonee alle condizioni spaziali, come le microverdure, e di varietà vegetali ottimizzate per la coltivazione nello spazio (ideotipi spaziali), come il cosiddetto pomodoro San Marziano e la lattuga viola.
Enea inoltre sta studiando processi di bioconversione degli scarti organici di missione, che una volta trasformati possono fornire nutrienti utili a sostenere la crescita di piante nelle serre spaziali e a produrre fertilizzante o compost direttamente in situ, riducendo al tempo stesso i rifiuti e la fase del loro smaltimento.
Fonte: Enea