12 aprile 2024

Energia pulita in agricoltura entro 15 anni?

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Sono ottimisti in Puglia. Secondo uno studio dell’associazione regionale di Confagricoltura si può raggiungere nel territorio la neutralità carbonica in agricoltura.

Venti anni prima del target europeo fissato al 2050. I ricercatori dell’associazione agricola indicano in 15 anni il periodo per tagliare il traguardo.

Per dovere di cronaca si parla della superficie agricola visto che in Puglia non mancano le industrie, ma nello studio si stima che “la maggior parte delle aziende agricole medio-grandi della regione potrebbe raggiungere questo obiettivo”. Bene ma manca una legge nazionale come chiedono in Emilia Romagna. Altra regione con obiettivi interessanti, ma dovrebbero essere simili per tutte le regioni italiane: il 100% di energia elettrica da fonti rinnovabili entro il 2035.

Valorizzare il sole

Le rinnovabili sono ben valorizzate nei paesi meno esposti al sole, la Puglia è avvantaggiata visto che la risorsa naturale è ben presente. E non mancano gli strumenti per mettere a sistema il settore. “Con una superficie di quasi due milioni di  ettari, pari al 6,5% dell’intera area nazionale e al 15,8% di quella del Mezzogiorno, la Puglia con circa 60mila impianti riveste un ruolo importante nel settore fotovoltaico nazionale“.

Una vera e propria industria: “La Puglia, con una delle maggiori estensioni di terreni agricoli del Paese e abbondante esposizione solare, deve sfruttare le opportunità dell’agroenergia, produzione di energia rinnovabile da biomasse agricole e da fotovoltaico,  in modo saggio e responsabile. La sua ampia superficie e il clima caldo la rendono anche particolarmente vocata per l’agricoltura del carbonio”.

Questa è la direzione. Un percorso che tutte le aziende agricole nazionali stanno seguendo come confermano i numeri della partecipazione, un vero e proprio overbooking, ai bandi dedicati al finanziamento degli impianti fotovoltaici compresi gli accumulatori. Dispositivi essenziali per poter usare l’energia per il fabbisogno aziendale.

Serve una legge nazionale 

Bene la condivisione produttiva di energia pulita e beni  agricoli alimentari, ma si  resta guardinghi sull’uso “improprio di questi impianti che potrebbe compromettere la produzione agroalimentare locale, causando danni irreparabili”. Questa la posizione. Un problema di livello nazionale. Non a caso l’assessore regionale all’agricoltura dell’Emilia Romagna ha lanciato una raccolta di firme.

Servono per chiedere di  “cambiare la norma nazionale che consente di coprire centinaia di migliaia di ettari di terreno fertile e agricolo con pannelli fotovoltaici tradizionali, una modifica di legge che attende da oltre due anni un decreto ministeriale attuativo, senza la quale il nostro Paese rischia di perdere la bellezza del paesaggio, la biodiversità ambientale e la produzione agricola in campo”. Parole dell’assessore Alessio Mammi.

Panelli su aree dismesse e non su suolo agricolo

Questa in concreto l’iniziativa: “Ho lanciato una raccolta firme per la tutela del suolo agricolo- spiega l’assessore-, perché serve un provvedimento nazionale per impedire in modo chiaro e netto lo scempio ambientale e agricolo che la nostra regione e il paese rischiano.  Abbiamo moltissimi spazi che potrebbero essere utilizzati e riqualificati senza compromettere terreno fertile, di grande qualità, ricco di biodiversità. La Regione Emilia-Romagna si è data l’obiettivo del 100% di energia elettrica da fonti rinnovabili entro il 2035 ma servono criteri che non sprechino suolo agricolo e indichino di impiegare tetti, parcheggi, aree dismesse, bordi stradali che al momento non vedono la posa di nemmeno un pannello”.  In Emilia Romagna si punta, quindi  “esclusivamente su impianti agrivoltaici avanzati, cioè impianti sollevati da terra che consentano la prosecuzione delle attività agricole ordinarie con limitate riduzioni di produttività”.

In Puglia  il presidente di Confagricoltura  Luca Lazzàro sottolinea: “L’agro-fotovoltaico è certamente un’opportunità per la Puglia e per gli imprenditori agricoli. Ma è fondamentale adottare soluzioni che preservino la diversità produttiva  e garantiscano la sostenibilità a lungo termine”.  Il rappresentante degli agricoltori chiede anche supporto per il  carbon farming, ritenuto un altro importante tassello per la decarbonizzazione.

” Da parte delle imprese sussiste peraltro il forte interesse a investire ulteriormente nel settore delle energie rinnovabili – conclude Luca Lazzàro –  che rappresenta oggi non solo un elemento per il miglioramento della sostenibilità delle produzioni agricole ma, ancor di più, un elemento centrale per tutelare la competitività delle nostre produzioni agricole in un momento così delicato”.

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