02 aprile 2024

Federdistribuzione: "Lo sciopero ha causato pochi disagi"

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Lo sciopero indetto dalle organizzazioni sindacali nazionali e territoriali Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil lo scorso 30 marzo e finalizzato al rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro della distribuzione moderna organizzata ha registrato un’adesione contenuta, tra l’8 e il 9% dei lavoratori delle aziende associate. I disagi nei punti di vendita sono stati limitati e non si sono registrate difficoltà per gli acquisti.

Federdistribuzione non ha fatto mai mancare la disponibilità alla trattativa nelle diverse fasi che si sono succedute nei mesi precedenti e nel corso dell’ultimo incontro del 26 e 27 marzo ha dato apertura a riconoscere gli aumenti salariali espressamente richiesti dalle organizzazioni sindacali, avendo sempre ritenuto importante tutelare i lavoratori e garantire la sostenibilità per le imprese. Contrariamente a quanto fatto emergere dalle organizzazioni sindacali, Federdistribuzione precisa che non è stata fatta alcuna richiesta di flessibilità incontrollata nella definizione dei contratti a termine, né è stato proposto alcuno smembramento del sistema di classificazione del personale ma l’inserimento di nuove figure professionali e nuovi ruoli di coordinamento e organizzazione. 

Federdistribuzione non ha proposto alcun demansionamento dei lavoratori, né alcuna riduzione dei loro diritti. La rottura unilaterale del tavolo negoziale da parte delle organizzazioni sindacali è stata quindi immotivata in rapporto all’andamento della trattativa, così come è immotivata la convocazione dello sciopero nella giornata odierna (30 marzo, ndr).

Malgrado il rifiuto delle organizzazioni sindacali di rinnovare il Contratto collettivo nazionale, le imprese aderenti a Federdistribuzione hanno deciso di riconoscere ai propri lavoratori un aumento di 70 euro lordi mensili (riparametrati al IV livello) a decorrere dal prossimo mese di aprile, a titolo di anticipo sui futuri aumenti contrattuali, mantenendo l’auspicio che le organizzazioni sindacali possano tornare quanto prima al tavolo negoziale, con l’obiettivo comune di giungere al rinnovo contrattuale, e riconoscano la specificità delle imprese del settore distributivo moderno che creano occupazione, generano investimenti e contribuiscono significativamente all’economia del Paese.

Fonte: Federdistribuzione

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