23 dicembre 2020

Frutta disidratata, la vocazione di Noberasco fa filiera

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“Siamo orgogliosamente liguri e orgogliosamente italiani. Crediamo nelle capacità del nostro Paese di costruire valore. Sono 112 anni che la nostra azienda ci crede e, più di recente, consapevoli che insieme si possono ottimizzare risorse ed esperienze, abbiamo investito proprio per creare eccellenze grazie all’accordo con partner importanti”. Così Mattia Noberasco, amministratore delegato dell’omonima azienda, sintetizza un 2020 complicato ma affrontato con energia e determinazione anche in positivo. Questo, infatti, per l’azienda ligure riferimento in Italia nel settore della frutta secca e disidratata (115 milioni di fatturato nell’ultimo esercizio, ndr) è stato l’anno delle grandi alleanze e del lancio di alcuni progetti di filiera. Partnership e progetti che sono destinati a crescere e svilupparsi.

Filiera arachide 100% italiana

“Il progetto Filiere parte da lontano – spiega a myfruit.it Mattia Noberasco, quarta generazione imprenditoriale della famiglia – Nel caso dell’arachide 100% italiana, prima abbiamo creato la collaborazione con la SIS – Società Italiana Sementi e con la Coldiretti e poi, da un anno circa, con Bonifiche Ferraresi, la più grande azienda agricola italiana (leggi qui la notizia). E il primo bilancio è positivo. Il prodotto, lanciato ai primi di ottobre, piace perché è diverso; chiunque può riconoscerlo perché le arachidi made in Italy sono differenti per forma, colore e dimensione”.
Ma l’aspetto innovativo sta proprio nella capacità di unire le forze per raggiungere un obiettivo comune. “Condividiamo la stessa visione e mettiamo a sistema le nostre rispettive competenze – continua l’imprenditore – Con la SIS abbiamo identificato le aree vocate e utilizzato le loro sementi, mentre Bonifiche Ferraresi ci ha messo terreni e tecnologie. Quest’anno abbiamo prodotto 40 tonnellate di arachidi, nel 2021 saranno tra le 200 e le 300”. E, per chiudere il cerchio e gestire completamente la lavorazione del prodotto, Noberasco ha acquisito l’azienda bergamasca Noccioltost.

Il “raddoppio” con Bonifiche Ferraresi

A novembre Noberasco e Bonifiche Ferraresi hanno consolidato la partnership firmando un impegno reciproco di cinque anni per lo sviluppo di nuove filiere italiane e nuovi comparti. “Ci crediamo molto e non ci siamo posti limiti merceologici – rivela Mattia Noberasco – In Italia, anche per l’abbandono di alcune colture tradizionali, ci sono molte superfici da riconvertire. Stiamo ragionando su progetti che portino valore al produttore, al mercato, alla filiera”.

Non solo arachidi

“Per esempio – prosegue l’Ad – noi facciamo 4.000 tonnellate di prugne essiccate l’anno. Il che significa che ne servono almeno 20mila da lavorare. Le vendiamo da 50 anni, il mercato è stabile, consolidato, e durante il lockdown è persino cresciuto. Per anni le abbiamo cercate italiane, ma era impossibile trovarle tutte da un unico fornitore. Ora che siamo entrati in Filiera Italia (la associazione che riunisce il mondo dell’agricoltura e dell’industria per difendere gli interessi della filiera, ndr), vogliamo impegnarci di più su questo tema”.
Insomma, che si parli di arachidi, di prugne o di mandorle (e, chissà, forse anche frutta esotica), la parola chiave è distintività. “L’obiettivo è questo, ma nelle tempistiche giuste per garantire e mantenere mercato – ribadisce Noberasco – Ora si tratta di presidiare e avere competenze specifiche per fare sistema e poi lavorare su filiere che garantiscono distintività”.

Barrette proteiche Plus

Dopo tre anni di lavoro del reparto R&S, il 2020 è stato anche l’anno del lancio delle nuove barrette proteiche Plus, prodotte nel centro di confezionamento di Carcare (Savona). “Malgrado le limitazioni alla mobilità e il consumo on-the-go deficitario, i risultati sono interessanti – dice Mattia Noberasco – L’upgrading è stato realizzato senza i test di assaggio nei pdv e le in-store promotion, ma siamo soddisfatti. Nelle tre referenze (Caffè, Mirtillo e Dattero), non ci sono zuccheri aggiunti, i sapori e le proteine sono 100% provenienti dalla frutta.

Un 2020 sostenibile al 100%

L’azienda ligure è in prima linea anche nell’utilizzo di materiali di imballaggio sostenibili. “Ci eravamo imposti di avere entro il 2020 tutti i pack in materiale riciclato e in carta e ci siamo riusciti – afferma Noberasco – Entro febbraio 2021 ci sarà poi l’ultimo restyiling della nostra linea con tutto il materiale interamente riciclabile. L’idea è di avere il pack in carta dove si può; solo per alcuni prodotti quali la frutta morbida abbiamo dovuto optare per il materiale riciclabile 100%. Penso siamo l’unica azienda che ha applicato l'energia circolare per lo smaltimento dei rifiuti organici e no, avendo anche installato il cogeneratore per ridurre le emissioni di anidride carbonica”.

Pianificare il futuro

“Abbiamo chiuso giugno 2020 con 115 milioni di euro di fatturato, in linea con il budget e un calo dovuto alla deflazione di alcune merceologie. Ora l’obiettivo di crescita a doppia cifra dipenderà dal secondo semestre”, osserva Mattia Noberasco, che prosegue: “L’impatto del fuoricasa è stato importante, parliamo di circa il 10% in meno del fatturato complessivo. Una frenata importante compensata però dalla Gdo e dall’industria B2B. Ci conforta, peraltro, il mercato europeo, dove continuiamo a crescere un po’ ovunque. Merito anche dello stop all’import extra-Ue che ci offre qualche chance in più. La Turchia ha avuto le sue difficoltà e alcune catene europee si sono rivolte a noi per attivare nuovi contratti. Diciamo che sui prodotti trasformati (frutta morbida, bio, barrette bio e proteiche) stiamo incassando un interesse crescente con nuovi clienti che arrivano da Vietnam, Giappone, Usa, Arabia Saudita. Peccato – conclude Noberasco – che senza le grandi fiere internazionali sia tutto più complicato. Per ora, quindi, siamo prudenti negli investimenti, ma posizionati per cogliere le opportunità del futuro”.

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