30 gennaio 2024

Glifosato: alcune Ong europee riaprono il caso

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Il glifosato torna al centro del dibattito europeo. Dopo che l’Unione europea (con le modalità che aveva riferito myfruit.it,) a novembre 2023 ha dato il via libera all’impiego della molecola per altri dieci anni, alcune Ong (Organizzazioni non governative) europee hanno riacceso i riflettori sulla questione chiamando in causa il principio di precauzione, ossia la norma europea sull’impiego dei fitofarmaci che sancisce l’obbligo di proteggere i cittadini.

In altre parole, secondo le sei Ong in questione – ossia Pan Europe e le sue filiali in Olanda e Germania, ClientEarth, Générations Futures e Global 2000 – il glifosato sarebbe pericoloso e, di conseguenza, la nuova autorizzazione sarebbe illegale.

Cosa contestano le Ong

Per approvare l’impiego del glifosato per altri dieci anni, la Commissione europea aveva usato il parere favorevole dell’Efsa. Parere su cui, secondo le Ong che contestano la decisione, ci sarebbero diversi dubbi.

L’Efsa, pur dichiarando di non aver riscontrato aree critiche che avrebbero impedito il rinnovo dell’autorizzazione al glifosato, avrebbe anche ammesso di non aver potuto valutare il glifosato rispetto a due punti fondamentali: il rischio alimentare per i consumatori e l’impatto sulla biodiversità.

“Siamo costernati dall’incredibile numero di violazioni del diritto dell’Ue – spiegano le Ong – Le prove scientifiche sull’importante tossicità del glifosato sulla salute e sull’ambiente non sono state correttamente comunicate alla Commissione dall’Efsa e dall’Echa. La Commissione ha riapprovato il glifosato nonostante le informazioni disponibili sulla sua tossicità e le numerose lacune nei dati, il che avrebbe dovuto portare a un divieto. Gli agricoltori sono le prime vittime”.

Le conseguenze

Dopo aver condotto un esame dettagliato del processo di ri-approvazione del glifosato e individuato quelle che hanno definito “carenze critiche“, le Ong hanno presentato una richiesta di revisione interna che coinvolge la Commissione Ue, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e l’Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa). Difficile prevedere le conclusioni di questo processo: si aprono diverse strade, tra cui quella (remota?) di una possibile azione legale contro la Commissione. 

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