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04 settembre 2024

Il malsecco minaccia i limoni della Costa d’Amalfi Igp

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E' terminata in Campania la raccolta dei limoni della Costa d’Amalfi Igp, prodotto simbolo del territorio molto usato in pasticceria. Il clima però non è sereno. I produttori sono infatti preoccupati per la diffusione del malsecco, una malattia fungina che ha già colpito le produzioni di cedro e bergamotto in altre aree del sud Italia e che porta le piante a seccare in breve tempo. 

Come riporta la redazione di Cibotoday, i produttori, il Consorzio di tutela e le amministrazioni locali hanno lanciato l’allarme e sono in contatto con la Regione e il Ministero dell’agricoltura per cercare una soluzione, ottenere degli indennizzi e istituire un tavolo tecnico. 

A fare la conta dei danni è Enzo Tropiano, direttore di Coldiretti Salerno, che spiega a Cibotoday come "su 250 ettari coltivati, 40 sono stati colpiti dal malsecco e il fungo continua a diffondersi. Ad oggi non c’è un antidoto, ma solo linee guida da applicare e fornire agli agricoltori per evitare la diffusione”. 

Come agire

Quello che, al momento, si può fare è prendere esempio dai territori, come la Sicilia, che già da tempo combattono contro il malsecco portare avanti un monitoraggio fitosanitario delle produzioni. 

"Il Cnr di Acireale da 50 anni è in prima linea contro questo fungo -  aggiunge Tropiano - Le prassi da adottare devono tenere conto delle criticità e dei vincoli in essere nella costiera amalfitana ed hanno anche bisogno di alcune deroghe per essere efficaci, come l’abbruciamento in loco del materiale infetto secco”. 

Utile, in questi casi,  la copertura dei limoneti per evitare che grandinate o altri fenomeni meteorologici danneggino la piante e favoriscano la propagazione del fungo per inoculo. 

Nel 2023 sono stati raccolti 2 milioni e mezzo di chili di limoni - spiega ancora a Cibotoday il presidente del Consorzio di tutela del Limone Costa d’Amalfi Igp, Angelo Amato - Un numero destinato ad abbassarsi nel 2024 per la combinazione di siccità e malsecco. Non bisogna dimenticare che quella del limone è una coltivazione eroica, che prevede grande dispendio di energie e di costi per l’irrigazione e il mantenimento delle piante. Tra le circa 300 aziende, cifra che include anche le realtà dedite alta trasformazione, vi sono tanti piccoli produttori".

“Abbiamo bisogno di sostegno per l’estirpazione delle piante malate e la piantumazione delle nuove. -  aggiunge Carlo De Riso, presidente della cooperativa Op Costieragrumi, - Abbiamo chiesto contributi a pianta in modo da recuperare il 40% della nostra perdita”.


Fonte: Cibotoday


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