L'emergenza sanitaria ha messo in luce il ruolo strategico del reparto ortofrutta nella competitività dei supermercati. I quali da tempo, ma ancor di più negli ultimi mesi, sono schiacciati tra discount e commercio elettronico. E' quanto emerso al webinar “Il reparto ortofrutta alla prova del Covid. Freschi e freschissimi sempre più strategici: la lezione della pandemia a retailer e produttori” organizzato da myfruit.TV a chiusura del Focus Gdo 2021.
Moltissimi gli spunti di riflessione emersi: si è parlato di aggregazione tra produttori, di sinergia tra mondo produttivo e insegne, di rivisitazione del parco fornitori, di innovazione lato produzione e lato distribuzione. In altre parole, si è parlato di cambiamenti. “Il consumatore – ha sintetizzato Claudio Mazzini, responsabile commerciale freschissimi Coop Italia – potendo scegliere oggi tra diverse alternative, alcune particolarmente comode, deve trovare la motivazione per andare a fare la spesa in un negozio di diecimila metri quadrati, magari prendendo l'auto. Non possiamo non accettare la sfida“.
Gli effetti del Covid-19 sul retail
A Mario Gasbarrino, Ad di Decò Italia, è spettato il compito di delineare lo scenario: “Bisogna distinguere tra effetti congiunturali ed effetti strutturali – ha spiegato – Dal 2020, anno segnato dalla pandemia, escono vincenti discount, superette, drug store, mentre escono perdenti i cash and carry e gli ipermercati. Ma, già nei primi mesi del 2021, lo scenario è cambiato: gli ipermercati stanno recuperando, restano stabili i discount, mentre perdono i negozi di prossimità”.
“Il consumatore italiano, così come quello tedesco – ha confermato Annabella Donnarumma, esperta mercati di lingua tedesca – ha preferito limitare la frequentazione dei punti vendita, il che si è tradotto in un numero di scontrini inferiore, ma dall'importo più pesante. La tendenza allo one stop shopping, ancora oggi preponderante, va a vantaggio dei supermercati, poiché questi hanno un maggior assortimento rispetto ai discount. Anche in Germania, mercato particolarmente attento, si continua ad acquistare senza badare al prezzo”.
Lo spartiacque è l'online
“E' un tutto contro tutti, probabilmente perché i posti dove andare a fare la spesa, per come li abbiamo conosciuti fino ad ora, non hanno più senso – ha proseguito Gasbarrino – A cambiare il retail, ancor più della pandemia, è stato l'online, il quale ha sgravato il consumatore dall'ultimo miglio e democratizzato le vendite. Diversi attori, con profili diversificati, con tecniche e proposte differenziate, hanno tutti lo stesso scopo, andare alla conquista del consumatore“.
“Da qui a dieci anni il numero di insegne è destinato a calare – ha ricordato Mazzini – la strategia vera è quella di differenziarsi. Le leve sono efficienza ed innovazione, provando a offrire maggiore qualità“. E, allora, come fare per ri-catalizzare l'attenzione del consumatore nei punti vendita?
Il reparto ortofrutta come volano di ripartenza
“L'ortofrutta si concilia bene con il concetto di fare la spesa – ha spiegato Mazzini – perché si ha il piacere di selezionare i prodotti, di toccarli con mano. Delegare le proprie scelte a un terzo, soprattutto per gli italiani, è difficile. Inoltre l'e-commerce ha dei costi, prima o poi qualcuno inizierà a tirare le somme di questo nuovo sistema logistico, soprattutto quando sarà in atto la crisi economica post-pandemica. Il punto vendita ha ancora delle potenzialità e il reparto ortofrutta è una di queste”.
“In pratica, per dirla con le parole di Gasbarrino, il supermercato non sarà più il posto dove comprare le scatolette – per i prodotti secchi i consumatori si affidano volentieri al commercio elettronico – ma potrebbe diventare il luogo dove acquistare in maniera prevalente frutta e ortaggi. A patto che tutta la filiera, dalla produzione alla distribuzione, cambi mentalità.
L'aggregazione tra produttori, le sinergie con la Gdo
“Il futuro è fatto di efficienza, di competitività e di massa critica – ha riferito Mazzini – Ma, salvo dovute eccezioni, mancano aggregazioni tra produttori agricoli in grado di fare economie di scala“.
“Il giorno in cui i produttori vinceranno la diffidenza verso l'aggregazione – ha concordato Donnarumma – troveranno il modo per valorizzare di più i prodotti, con ricadute positive anche sulla remunerazione. Non si tratta di mondo produttivo contro Gdo. Al contrario, ben vengano le sinergie tra produttori e insegne, perché portano programmazione, sbocchi sicuri per i prodotti ortofrutticoli, sicurezza per i supermercati in termini di assortimento”.
“Aggregarsi sulla marca privata – ha puntualizzato Gasbarrino – è un esempio di sinergia tra distributore e produttore, i quali hanno il comune scopo di raggiungere il consumatore. Selezionare il fornitore giusto, soprattutto nel reparto ortofrutta, è un buon punto di partenza per il cambiamento“.
Ripensare il reparto ortofrutta come opportunità
“Si deve ragionare sul ruolo strategico del reparto ortofrutta – ha precisato Gasbarrino – Per ora si presidia la fascia bassa, il che crea competizione con i discount, che forse hanno esposizioni meno scenografiche, ma che di fatto vendono gli stessi prodotti dei supermercati. Questi ultimi si devono specializzare, puntando alla qualità“.
Come? Forse cambiando il parco fornitori, forse cercando una nuova identificazione, forse adottando packaging sostenibili. Di sicuro puntando sul prodotto: “Investire sul gusto attraverso innovazioni varietali – ha concluso Donnarumma – è un passo in avanti. Senza tralasciare la digitalizzazione e l'innovazione di filiera”.