L’azienda agricola, dedicata a fragole e piccoli frutti, è stata travolta e messa sottosopra dalla violenza del vento. Andate perse 7mila piantine. Per mettere tutto a posto a Andrea Tagliabue e Serena Pini, titolari di The Bankers’Jam, non sarebbero bastati due mesi. Per loro fortuna, grazie a un messaggio via social, si è acceso il buon cuore brianzolo. In aiuto degli imprenditori agricoli sono arrivati 80 volontari che in una domenica di agosto hanno permesso di riattivare l’azienda di Besana Brianza. Una storia a lieto fine per Andrea Tagliabue ex trader alla City di Londra.
Dalla banca internazionale all’impresa agricola in Brianza
Il racconto di Andrea a myfruit.it inizia dalla descrizione dell’evento climatico estremo. “Ho un impianto rialzato di ferro e un vento anomalo (le raffiche erano fortissime e mai visto in forma così intensa in questi cinque anni, ndr) ha spinto giù a terra le prime file dei vasi. E’ seguito l’effetto domino. Un disastro”.
Per fortuna ci sono i social. Con una serie di Instagram Stories si è chiesto aiuto. Era impossibile fare tutto da solo, la moglie, Serena Pini, che lavora con lui è incinta e tra poche settimane partorirà, come spiega Andrea: “Abbiamo provato a rimettere a posto i vasi, ma la gran parte erano rotti, strappata via l’irrigazione. Impossibile anche salvare le piante perché tutto il cippato si è mischiato con la terra”. Una catastrofe ma l’SOS è arrivato a destinazione. “Non solo clienti, ma anche persone che non ci conoscevano. Si è pure fermato a dare una mano un settantenne che passava per caso in bici e ha visto tutte le persone al lavoro”.
Al mercato per sostenere gli imprenditori dei piccoli frutti
Il gruppo Welocal Brianza dopo aver contribuito a diffondere il messaggio ha pensato di offrire ancora solidarietà all’azienda. “Il 7-8 ottobre come già previsto, ci auguriamo possano essere con noi al prossimo market organizzato con la collaborazione di Welocal Brianza a Missaglia: sarà un’occasione in più per aiutarli concretamente”.
La Brianza solidale. Un sostegno a chi dopo l’esperienza nella City, in una grande banca internazionale, ha investito sulla terra e quindi sul territorio. Senza avere nessuna esperienza agricola. “Ho iniziato nel 2017. Ho visto che vi era una forte attenzione alle fragole e ai piccoli frutti. L’azienda si estende per quattro ettari dedicati a fragole, mirtilli, lamponi e more più una piccolissima parte dove coltiviamo zucche e cipolle”.
Un’esperienza da conoscere. Il primo anno non è andata bene: “Ho fatto alcuni errori, il primo vero raccolto è del 2020. E siamo cresciuti. Vanno soprattutto le fragole con la varietà Murano e un po’ di Ania. Bene anche i mirtilli, il prodotto non basta vista la grande richiesta. Per fortuna le piante stanno offrendo una resa maggiore. Facciamo tanti trasformati: dai succhi alle marmellate ma anche cioccolato, panettone”. Oltre al prodotto fresco si punta alla diversificazione e pure alla didattica con gite aperte alle scuole per un tour di conoscenza sui piccoli frutti.