Si è tenuta oggi, nel salone d'onore dell'antico Palazzo comunale di Saluzzo (Cuneo) la cerimonia di consegna della certificazione Uni PdR 125 per la parità di genere conseguita dall’Oo Joinfruit di Verzuolo (Cuneo), un riconoscimento che rappresenta un risultato importante a livello regionale e nazionale, oltre che un esempio virtuoso per tutte le imprese cooperative del settore ortofrutticolo e non.
Un primato nell'ortofrutta
Con 12 dipendenti, di cui otto donne, sei soci/socie di primo livello e circa 200 produttori/produttrici associati, Joinfruit è la prima organizzazione di produttori ortofrutticoli a essere certificata da Csqa per la parità di genere, e tra le prime imprese agricole italiane a raggiungere questo obiettivo.
La consegna è avvenuta da parte della direttrice generale Csqa Maria Chiara Ferrarese, l’organismo di certificazione con il quale Joinfruit ha intrapreso il percorso di certificazione e attestazione volontarie che si è concluso positivamente con il rilascio della certificazione per la parità di genere – Uni PdR 125.
Come sottolineato dal rapporto Fao The status of women in agrifood systems del 2023, la lotta alle disuguaglianze di genere nei sistemi agroalimentari è fondamentale per ridurre la fame, stimolare la crescita economica e rafforzare la resilienza agli shock.
Nel suo percorso di sviluppo sostenibile, l’Op Joinfruit, in linea con questa visione, ha implementato un sistema di gestione della parità di genere focalizzato principalmente sulle figure professionali che svolgono attività amministrative e di supporto all’interno dell’azienda.
Un progetto più ampio
“Questa certificazione – spiega Bruno Sacchi, direttore di Joinfruit - rientra negli obiettivi Esg di Joinfruit: l’assunto da cui siamo partiti è che la sostenibilità non è solo ambientale, ma deve includere anche le persone al centro dei principi sociale e governance. Per questo motivo, l’Op ha deciso di impegnarsi in un percorso sulla parità di genere, inserendo l’ottenimento di questa certificazione nel proprio piano operativo 2024”.
Si tratta di un percorso di cambiamento concreto, articolato e strutturato.
Il quale prevede l’istituzione di un comitato guida interno “che possa garantire l’efficacia delle azioni intraprese - aggiunge Cristina Abrate, responsabile gestione qualità di Joinfruit e membro del comitato guida – quali formazione specifica (corsi di formazione sulla differenza di genere, sugli stereotipi e sugli unconscious bias, realizzati da UomoeAmbiente, società benefit di servizi di consulenza e formazione), monitoraggio continuo (procedure per monitorare costantemente l’applicazione dei principi di parità di genere in tutte le fasi del rapporto di lavoro, dal reclutamento alla gestione della carriera, fino all’equità salariale), prevenzione delle molestie (misure concrete per prevenire ogni forma di abuso o molestia sul luogo di lavoro, garantendo un ambiente sicuro e rispettoso per tutti) e work-life balance, attraverso politiche flessibili per favorire la conciliazione tra vita professionale e familiare, sostenendo in particolare le lavoratrici e i lavoratori con figli”.
"La parità di genere – dichiara Maria Chiara Ferrarese, direttrice generale Csqa - è un tema attuale, complesso, delicato da affrontare. Non si raggiungono risultati in poco tempo o per dovere bensì attraverso la diffusione di una nuova cultura, non solo aziendale ma civile, basata sulle Pari opportunità e sull’inclusione".
"È solo attraverso una scelta strategica, attraverso il lavoro e l’esempio quotidiani che la cultura si diffonde e viene realmente metabolizzata dal tessuto sociale. La normazione volontaria supporta questo processo attraverso la definizione di una metodologia condivisa e riconosciuta - sottolinea - La certificazione rappresenta invece una scelta, non un obbligo, che denota trasparenza e impegno, la dimostrazione di un impegno di sostanza di fronte a dipendenti, stakeholder e istituzioni".
"Il fatto che anche il settore agricolo stia affrontando queste tematiche rappresenta un grande passo avanti e denota una nuova sensibilità che sta progressivamente maturando per generare un impatto positivo verso la crescita sostenibile della società”.
Un traguardo ambizioso
L’obiettivo di Joinfruit è di chiudere il bilancio il 30 giugno 2025 con annessa una relazione d’impatto, che sarà frutto di mesi di lavoro sulla misurazione e formalizzazione di tutti i processi aziendali.
“Si tratta di un traguardo ambizioso – continua Sacchi – che ha richiesto solide competenze per poter formalizzare, e conseguentemente poter raccontare, ciò che abbiamo costruito in questi anni avendo messo sempre di più le persone al centro dei nostri progetti".
"Abbiamo deciso di affrontare il percorso in autonomia, il che ha reso la soddisfazione ancora più grande. Siamo stati obbligati a confrontarci con una normativa recente, e facendo questo è stato più chiaro ed evidente anche a noi tutto quello che avevamo già fatto. Infatti, la nostra Op è da sempre aperta al dialogo con le persone che lavorano con noi, e questa certificazione non è solo uno strumento a garanzia di un processo, ma un qualcosa che gratifica ulteriormente la nostra realtà.”
Joinfruit coltiva da sempre inclusività e attenzione alle persone, con progetti che spaziano dall’agricoltura sociale alla collaborazione con associazioni che lavorano per favorire l’inclusione sociale di persone disabili o svantaggiate.
Inoltre, alcuni anni fa il consorzio ha acquisito il modello 231, che attesta la volontà di correttezza e la trasparenza anche verso l’esterno.
L’impegno per Joinfruit è quello di diffondere i principi e i valori della certificazione e l’adozione della stessa, in prima battuta a tutte le aziende dell’organizzazione e successivamente a tutti gli stakeholder.
“Siamo consapevoli che il percorso verso l'uguaglianza è ancora lungo - conclude Sacchi - ma siamo determinati a raggiungere questo obiettivo, perché siamo fermamente convinti che possa generare ricadute positive per il nostro territorio, e anche per tutto il nostro settore”.
Fonte: Joinfruit