Innovazioni, tecnologie e packaging

25 novembre 2024

La serra di Sant'Orsola mitiga il cambiamento climatico

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Il cambiamento climatico oltre a provocare eventi estremi - pensiamo alle alluvioni in Emilia- Romagna, Sicilia e Spagna - sta rendendo la vita difficile nei campi ma anche sotto le serre ai lavoratori, agli insetti utili per la lotta biologica e naturalmente alle piante. 

Tutte condizioni che possono pregiudicare la qualità della produzione. Anche in quota, anche in Trentino dove  la cooperativa Sant'Orsola ha presentato la serra trentina. Innovazione che fa calare la temperatura e permette così un migliore benessere di uomini, insetti, frutti e piante.

Una serra che riduce le temperature estreme 

Sotto i tunnel tradizionali la temperatura estiva in Trentino ha raggiunto i 43 gradi. Tantissimo, un'esagerazione anche se non mancano situazioni peggiori. Con la nuova serra si raggiungono risultati importanti. 

Ecco i numeri forniti dalla cooperativa: "La copertura con teli verdi permette di abbassare la temperatura media annua di 3 gradi (poco solo in apparenza) e produce un ombreggiamento che toglie il 12 per cento di luce solare all'interno ed il 30 per cento di luce sulle foglie. Il risparmio nell'uso dell'acqua è pari al 14 per cento".

Attenzione al paesaggio

Un bilancio di sostenibilità con diversi e preziosi benefici sia ambientali che economici e sociali. Si nota e viene evidenziata dalla cooperativa pure la tutela del paesaggio: "La serra coperta da particolari teli verdi è mimetizzata nel paesaggio circostante".  

Un dato importante in un periodo dove è alta la sensibilità per la trasformazione del paesaggio, pensiamo alle contestazioni dei comitati locali  per l'installazione delle rinnovabili. Qui un Trentino si è pensato anche a questo tema.

Uno studio internazionale 

La serra è il frutto di due anni di studi e sperimentazioni tra Valsugana e Olanda. Dal 2022 i ricercatori del campo sperimentale della Sant'Orsola e dell'università olandese di Wageningen, polo d'eccellenza internazionale per l'agricoltura avanzata, hanno unito le forze e testato l'esito delle loro analisi e delle prove nell'azienda di Paolo Pintarelli, socio della cooperativa, coltivatore a Campiello di Levico

Una comparazione: accanto alle nuove serre verdi ci sono quelle bianche tradizionali con funzione di controllo.

Dopo 30 anni un rinnovamento necessario

In una nota il direttore della cooperativa, Matteo Bortolini ha spiegato, la scelta innovativa: "Il cambiamento climatico e le sempre nuove richieste del mercato richiedono uno strumento nuovo e adeguato, tale da consentirci di continuare ad essere leader italiani, pensato per migliorare il lavoro e la produzione e mirato ad aumentare la resa produttiva".

Più prodotto e più qualità: "La nuova serra che proponiamo è frutto della ricerca applicata, ci dà un risultato subito utilizzabile dai produttori, operativo. E' tempo di rinnovare il nostro parco serre che mediamente conta trent'anni d'età. Inoltre abbiamo anche trovato il modo di aiutare i soci a sostenere l'onere finanziario necessario ad investire nei nuovi impianti".  

Sui temi economici è intervenuto Michele Plancher, responsabile dell'area amministrativa e finanziaria della cooperativa, spiegando modalità di accesso al credito bancario. Secondo la cooperativa: "Vantaggiose per i soci che hanno visione di prospettiva e vogliano migliorare la produttività e la redditività aziendale, mitigando gli effetti del cambiamento climatico investendo nelle nuove serre". 

La nuova serra migliora anche la resa 

L'innovazione è stata spiegata e illustrata  negli interventi "Le analisi condotte hanno dimostrato che l'ombreggiatura non altera la qualità della frutta, il gusto rimane quello attuale, che le capacità produttive aumentano e gli spazi inutilizzati sono annullati. La resa per metro quadrato cresce fino al 20 per cento rispetto ai tunnel attuali". 

Resistente agli eventi estremi

Il cambiamento climatico si manifesta anche con gli eventi estremi. "Le coperture sono in grado di resistere a venti impetuosi, alle bombe d'acqua, alla grandine grossa battente e al peso della neve fino a 30 centimetri di altezza".

Alla presentazione sono  intervenuti  Gianluca Savini, responsabile dell'area ricerca, sperimentazione e sviluppo della Sant'Orsola e Kevin Koper della Wageningen University and Research che hanno illustrato i risultati del loro lavoro, volto ad abbattere il caldo nelle serre ed a migliorare la qualità e la produzione di fragole e piccoli frutti.

I numeri della nuova serra 

Nel dettaglio, la serra trentina aumenta le dimensioni rispetto ai tunnel attuali. Ecco i numeri:  lunga 40 metri, il doppio dell'attuale standard, alta poco meno di 5 e larga sette e mezzo. "La notevole dimensione, il particolare ancoraggio al suolo ed un cupolino posto sulla sommità consentono una ventilazione interna oggi impensabile. La tecnologia introdotta, inoltre, consente di disporre e conservare i teli di copertura in modo agile sulla sommità dell'impianto".

Si fa sentire la concorrenza internazionale

Nicola Leonardi, responsabile dell'area commerciale della cooperativa, ha sostenuto che "la nuova serra consentirà di aumentare le performances della Sant'Orsola sul mercato nazionale. Crescere è indispensabile perché la concorrenza è sempre più agguerrita. Sta accadendo, tra l'altro, che grandi produttori internazionali di marchi assai noti vendano i loro frutti direttamente nei mercati più importanti d'Italia e ciò rappresenta una novità cui è necessario far fronte".

Bene i conti, successo del residuo zero 

Anche se "Sant'Orsola gode di buona salute, aumenta anno dopo anno il fatturato aziendale complessivo. Quello relativo alle vendite nel Trentino Alto Adige è triplicato dal 2000 ad oggi ed il residuo zero della cooperativa unico in Italia (lampone e mirtillo) ha convinto e conquistato una fetta importante del mercato nazionale".

Severino Perenzoni, direttore dello stabilimento, ha segnalato "le capacità di adattamento della struttura e dell'organizzazione del lavoro alle nuove richieste dei mercati. Anche in tema di risparmio energetico. Alla fine 2024 la produzione green di energia mediante fotovoltaico installato raggiunge un milione di Kwh pari al 35 per cento dell'intero fabbisogno energetico della Sant'Orsola".

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