23 novembre 2021

Luca Battaglio: “In arrivo seimila tonnellate di avocado dalla Colombia”

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“L'avocado è un prodotto meraviglioso, perché oltre a essere un super food è anche un prodotto che si inserisce molto bene nella nostra cucina. Crediamo nelle potenzialità di questo frutto e stimiamo che i consumi crescano, fino a triplicarsi, anche in Italia. Anche da queste premesse è partito il progetto in Colombia”. Stamattina, dopo la conferenza stampa ‘It’s Avocado time!’ promossa da Gruppo Battaglio e e Sg Marketing, Luca Battaglio ha fatto il punto con myfruit.it su alcuni temi caldi: oltre al nuovo progetto che vede l'azienda produrre avocado in un areale produttivo colombiano particolarmente vocato, si è parlato anche di quote di mercato, di avocado made in Italy e di logistica.

“In Italia – ha sottolineato il presidente – quest'anno presumiamo che verranno importate 35mila tonnellate di avocado. Di queste seimila-settemila sono riconducibili a Battaglio, il che significa una quota pari al 20 per cento“.

Perché la Colombia

Battaglio importa frutta seguendo la filiera dalla produzione al confezionamento e distribuisce su tutto il territorio nazionale frutta esotica, in particolare banane, ananas, avocado, mango, papaya, passion fruit, lime e datteri, e frutta tradizionale proveniente dall’emisfero sud in contro-stagione: “In Colombia si coltivano 35mila ettari di avocado, è un Paese particolarmente vocato a questa coltura – ha riferito – Inoltre, il Paese gode di una posizione strategica dal punto di vista della logistica: i prodotti possono arrivare, via mare, un po' ovunque, con un impatto ambientale del trasporto molto basso. Con questo progetto intendiamo crescere ancora e affrontare l'impennata dei consumi che presto si registrerà anche in Italia”.

Il progetto agricolo Persea è nato nel 2018 ed è frutto della collaborazione consolidata tra Battaglio e C.I Tropical, azienda colombiana che produce banane, con cui Battaglio ha un rapporto di lungo corso. Nella pratica, è stato dato avvio alla coltivazione di circa mille ettari di avocado Hass a un'altitudine tra i 1.600 e 2.200 metri sul livello del mare: “In Colombia, precisamente a Bolivar dove si trovano le nostre produzioni, possiamo contare su un territorio unico, di una notevole ricchezza naturale – ha spiegato il presidente – Il terreno abbonda di sostanza organica, la piovosità è alta, pari a 2.500 millimetri all'anno. Il che si traduce in un'impronta idrica della produzione tendente allo zero”. Si raccoglie due volte l'anno, tra marzo e aprile e, poi, tra ottobre e novembre: “Se la produzione di avocado made in Italy dovesse uscire dalla logica della produzione di nicchia – ha proseguito Battaglio – le nostre produzioni colombiane non si sovrapporrebbero con quelle locali, il che è nella nostra filosofia da sempre. Siamo orientati all'importazione in Italia senza disturbare, desideriamo essere complementari all'offerta del nostro Paese“.

L'Italia non è in agenda, ma…

Battaglio è interessata a investire in Italia? “Nessuna chiusura – ha precisato a myfruit.it – Ma attualmente siamo focalizzati su quei paesi in cui c'è più tradizione e più esperienza nella coltivazione di questo frutto. Quello italiano è sicuramente un mercato potenziale, siamo fiduciosi che si possano sviluppare progetti anche consistenti”.

“Logistica, ancora un anno di pazienza”

Infine, d'obbligo una riflessione sulla logistica, illustre vittima della pandemia. “La logistica in generale sta soffrendo perché il mercato, dopo i momenti più critici della pandemia, è ripartito in modo inaspettato e disordinato – ha riferito – Oggi è impossibile trovare spazio sulle navi a un prezzo congruo, ma è altrettanto difficile trovare spazio sui camion”. Una situazione che, secondo il presidente, perdurerà ancora per tutto il prossimo anno: “Si stima che in un anno la logistica torni a normalizzarsi – ha concluso – Dobbiamo stringere i denti e aspettare con pazienza che passi questo momento di grande confusione e speculazione, perché è innegabile che alcuni player stiano approfittando della situazione. Il 2022 sarà ancora un anno duro, ci auguriamo che dal 2023 si torni alla situazione pre-emergenza sanitaria”.

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