15 gennaio 2016

MDD. Ambiente e sostenibilità i temi cardine

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Si tratta ancora di una fiera relativamente piccola, perché molto specializzata, ma indubbiamente in ottimo stato di salute. I numeri di quest’anno di Marca, d’altronde, certificano una crescita del numero delle insegne presenti (21), degli espositori (528, +9,8%) e della superficie espositiva (26mila metri quadrati, +11,5%). E camminando fra i corridoi dei tre padiglioni, sin dal primo giorno, era immediatamente percepibile e ben visibile un gran fermento.

Come da tradizione, il convegno d’apertura, quest’anno dal titolo “Mdd e sostenibilità: nuovo impegno per il consumatore”, ha aperto la 12esima edizione di Marca, al quale sono seguiti altri approfondimenti il giorno seguente. Dopo il saluto del presidente di BolognaFiere Duccio Campagnoli e quello delll’onorevole Paolo De Castro (coordinatore della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo), qui di casa da sempre, nonché dopo le note introduttive di Massimo Viviani, consigliere delegato dell’Associazione Distribuzione Moderna (ADM), il Prof. Guido Cristini (Università di Parma e coordinatore dell’Osservatorio Marca/BolognaFiere sulla Mdd) ha presentato la ricerca che ogni anno svela lo stato di salute della Private Label italiana, quest’anno dal titolo “La marca del distributore: le ragioni di una fiducia riconosciuta”. (Clicca qui per scaricare la sintesi del XII Rapporto)

Due gli aspetti immediatamente evidenti alle oltre 250 persone che hanno completamente riempito la sala convegni. Da una parte la grande differenza tra Nord e Sud del Paese. Se a livello nazionale, infatti, le MDD hanno una quota di mercato appena al di sopra del 18%, al Nord la media sale intorno al 28%, mentre al Sud c’è chi fa fatica a superare il 10%. Una differenza riscontrabile anche nel confronto tra diverse insegne.

QuoteMercatoMDDItalia

Chi ha iniziato prima ha raggiunto ottimi livelli anche rispetto agli attori della grande distribuzione europei: a questo riguardo Francesco Pugliese (tra i protagonisti della successiva tavola rotonda con Francesco Morace, Presidente Future Concept Lab, Massimiliano Dona, Segretario Generale Unione Nazionale Consumatori e Marco Fanfani, Presidente TBWA), presidente di ADM e amministratore delegato di Conad, ha mostrato cifre che vanno oltre il 30%, con il 48% delle referenze MDD che si trovano quantitativamente al primo posto negli assortimenti. Altri hanno iniziato questo camino solo recentemente e sono ora in fase di recupero. Ma, sempre Pugliese, ha sottolineato come sia fondamentale anche la dimensione e la massa critica, aspetti che in Italia non tutti i player della Gdo hanno a disposizione.

Uno dei temi cardine di quest’anno è stato quello della sostenibilità. Il consumatore è cambiato e, oltre al rapporto qualità/prezzo, anche per quanto riguarda i prodotti MDD, è alla ricerca di altri valori che vanno dalla qualità alla sicurezza, dalla trasparenza al made in Italy. Tutti concetti, d’altronde, ben evidenziati anche nella tavola rotonda che ha fatto da cornice anche al convegno mattutino di giovedì 14 gennaio.

Interessante, per esempio, l’intervento di Francesco Morace, presidente di Future Concept Lab e sociologo dei consumi. Ha illustrato i cambiamenti in atto circa le abitudini di quelli che preferisce chiamare “personee non semplici “consumatori”: gli esempi più eclatanti sono quelli che riguardano lo sviluppo delle preferenze di concetti come “Condivisioneal posto di “Possesso”, o delle formule di “Quick and Deep” al posto di “Fast and Superficial”. Anche in questo caso la sostenibilità gioca un ruolo importante poiché sono aspetti che concorrono in modo determinante a preservare l’ambiente.

Da sottolineare, infine, anche le azioni intraprese da un marchio di grande notorietà come Ikea, illustrate da Stefano Brown, Sustainability Manager del colosso svedese dell’arredamento: nel giro di 18 mesi Ikea ha sostituito in tutti i suoi stabilimenti e negozi dislocati sul pianeta la tradizionale illuminazione con le lampadine LED, ha abbandonato i pallets in legno sostituendoli con quelli in carta per preservare maggiormente l’impatto ambientale dall’inquinamento dei trasporti di ritorno ed ha, infine, sostituito molte parti metalliche e di plastica, usate in precedenza per costruire i mobili, con il legno.

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