23 maggio 2013

Mele bio protagoniste in un film giapponese

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Il film è tratto dalla storia vera di Akinori Kimura, agricoltore sui generis di Aomori che dopo 11 anni di esperimenti, riesce finalmente a coltivare mele biologiche per aiutare la moglie, allergica ai pesticidi. Il protagonista si trova a dover fare l’agricoltore dopo aver ereditato quattro frutteti dai genitori, produttori di mele da generazioni. Nel percorrere una via che mette al bando completamente l’uso della chimica, Kimura mette di fatto sul lastrico economico la famiglia, attirandosi l’ira e il biasimo degli altri produttori così come dei genitori.

Una trama narrativa fiabesca, dove il nostro eroe, dopo aver superato mille ostacoli, uscirà vincitore nel più classico degli happy end. E il paesaggio naturale, spesso protagonista nelle pellicole giapponesi, anche in questo caso spicca, con molte immagini che esplorano gli sterminati frutteti della campagna. Diretto da Yoshihiro Nakamura che prese ispirazione da un servizio andato in onda nel 2007 su una televisione locale, dopo un ulteriore approfondimento sul tema delle mele biologiche, ha deciso di girare il film. E in un’intervista rilasciata al sito movieplayer.it, il regista presente a Firenze alla Rassegna di Cinema Giapponese in svolgimento presso Palazzo Strozzi, conferma come in Giappone ci sia molta resistenza all’agricoltura biologica e come difficilmente si rinunci all’uso di pesticidi.

Ma le mele di Kimura sono buone? «Io sono riuscito ad assaggiarle solo tre volte perché la produzione di Kimura è limitata visto che possiede solo quattro campi. In Giappone ci sono anche altri agricoltori che praticano la coltivazione biologica delle mele, ma non hanno lo stesso successo di Kimura, forse perché non parlano con gli alberi come lui».

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