03 agosto 2023

Mele europee in decrescita (- 3%), buone prospettive per l’Italia

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Le stime di produzione per il 2023 prevedono un raccolto di mele in Europa pari a 11,411 milioni di tonnellate, il 3% in meno rispetto allo scorso anno. Sul fronte pere, invece, quello europeo sarà uno dei raccolti più scarsi degli ultimi anni (-12,9% sul 2022).

Sono i dati emersi oggi a Prognosfruit (Trentino Alto Adige, 2-4 agosto) l’evento organizzato da Apot insieme a Wapa (Associazione mondiale mele e pere) e Copa-Cogeca (Associazione delle cooperative e dei produttori agricoli europei), con il supporto di Assomela.

“Ci saranno grandi opportunità per stimolare il consumo di mele e pere nella prossima stagione, aumentando i prezzi per adeguarli alla qualità e ai benefici ambientali, nutrizionali e per la salute”, ha commentato il segretario generale di Wapa Philippe Binard.

Mele: la situazione Paese per Paese

Temperature elevate e persistente mancanza di acqua hanno ridotto lo sviluppo dei frutti ed è pertanto previsto un calo di produzione dell’11% in Polonia. Anche per altri paesi il raccolto sarà inferiore: Austria (-26%), Belgio (-15%), Germania (-11%), Olanda (-12%) e Grecia (-34%). Segno negativo si prevede anche nei paesi scandinavi e nel Nord Europa. La Francia invece stima un raccolto in ripresa dell’8%, così come la Spagna (+30%) e il Portogallo (+7%).

Fonte: Wapa

Quanto alla qualità, la situazione è disomogenea per via delle ondate di calore che stanno investendo diverse aree in Europa, in alternanza con piogge eccessive, grandinate e venti forti. “Ma – ha spiegato Assomela – bisognerà attendere la chiusura della raccolta per avere un quadro più definito”.

Le varietà tradizionali perdono terreno

A parte la Golden Delicious che cresce del 12% sullo scorso anno, e la Gala che segna un record di produzione superando quota un milione e 527mila tonnellate (+5% sul 2022), perdono terreno le varietà tradizionali. 

Fonte: Wapa

Red Delicious perde l’11%, Granny Smith il 22, Fuji e Jonagold l’8 per cento. Scende anche la produzione di Cripps Pink (292mila tonnellate, -9% rispetto allo scorso anno).
Al contrario crescono i volumi delle varietà club, che raggiungono quota 588mila tonnellate: +18% rispetto allo scorso anno e +54% rispetto alla media degli ultimi tre anni.

L’Italia sotto la lente

La produzione totale stimata in Italia è pari a 2,1 milioni di tonnellate (2.104.125 per l’esattezza), in linea con la produzione dello scorso anno. Crescono le produzioni in Alto Adige (+7%) e in Trentino (+4%), mentre il Veneto perde il 25% di prodotto per effetto delle gelate primaverili.

“Preoccupano gli eventi estremi sempre più frequenti, in particolare le grandinate, le piogge eccessive, i venti forti e i temporali di fine luglio, che potrebbero influire sul volume totale di mele adatte per il mercato fresco – ha fatto notare Assomlea – Resta anche la preoccupazione per i possibili danni ai frutti derivanti dalle temperature eccessive nelle aree produttive più meridionali”.

La produzione biologica italiana diminuisce leggermente rispetto alla produzione record dello scorso anno (-7% sul 2022):  180.224 tonnellate, ossia il 9% dell’offerta totale. 

Per le mele biologiche bisognerà continuare a monitorare e sostenere le dinamiche di consumo al fine di equilibrare offerta e domanda e garantire il corretto differenziale di prezzo al produttore – ha sottolineato Assomela – L’Italia, che già è tra i primi paesi per la produzione di mele biologiche in Europa, con superfici aumentate del 23% dal 2017 (6.201 ha) al 2022 (8.072 ha), e una produzione che costituisce il 9% sul totale, farà fatica a rispondere agli obiettivi ambiziosi fissati dalla Commissione europea (25%) se l’offerta continuerà a superare la domanda”.

Per quanto riguarda le dinamiche varietali cresce del 14% la Golden Delicious, che raggiunge 684.431 tonnellate, dopo una produzione particolarmente bassa nel 2022. Nuovo record produttivo per la Gala: +8% sul 2022, per una produzione che va oltre le 400mila tonnellate. In aumento (+57%) anche la Morgenduft: con 50.837 tonnellate supera la bassa produzione dello scorso anno.

Cala invece del 20% sotto la media degli ultimi cinque anni la produzione di Red Delicious (-27% sul 2022) a 169.347 tonnellate. Una diminuzione importante è previsto anche per la Granny Smith a (-44% sul 2022) a causa di una scarsa fioritura e allegagione soprattutto in Veneto e in Emilia-Romagna. Perdono Fuji (-9%, con una produzione di 155.420 tonnellate) e Cripps Pink (-5% rispetto al record dello scorso anno). Quest’ultima resta comunque sopra la media (+6%) rispetto agli ultimi cinque anni.

“Le condizioni per un buon inizio sembrano esserci, grazie a una produzione europea inferiore rispetto allo scorso anno e una produzione italiana nella media – ha sintetizzato Assomela – Anche l’esaurimento delle scorte della campagna 2022 e una scarsa pressione dall’Emisfero Sud (si attende un -30% di importazioni sul 2022) sono elementi da considerare per un inizio di stagione 2023/2024. Restano però le criticità: instabilità geopolitica, eventi climatici estremi sempre più frequenti, aumenti dei costi di produzione e calo generalizzato dei consumi”

Vog: “Avvio della stagione positivo”

Si prevede un avvio di stagione positivo per il Consorzio Vog, una delle principali realtà europee nella produzione di mele. Il bilancio arriva subito dopo le previsioni sulla produzione europea diffuse da Prognosfruit, che vedono volumi in calo in tutto il Continente. Questo fattore, unito a una maggiore qualità prevista per il raccolto dei 4.600 soci, fa presagire un avvio di stagione dinamico e vivace, dopo le difficoltà dello scorso anno.

 “La premessa da fare – ha precisato il direttore Walter Pardatscher – è che i dati sono solo una parte della verità e devono essere interpretati. Non vogliamo fermarci ai quantitativi, ma organizzare insieme ai nostri clienti una pianificazione in un’ottica di category management per offrire al consumatore il miglior assortimento possibile tutto l’anno”.

 “La stima del raccolto europeo si attesta a circa 11,4 milioni di tonnellate, una produzione inferiore all’anno precedente – ha proseguito Pardatscher – Il mercato sembra essere relativamente vuoto e questo potrebbe favorire una stabilità del mercato. La sfida da affrontare resta il consumo generale di mele. Con l’aumento dei costi, noi, insieme a tutti gli altri produttori, dobbiamo assicurarci una maggiore domanda per poter ricevere prezzi più alti e garantire la sopravvivenza dei nostri coltivatori”.

La produzione italiana di 2,1 milioni di tonnellate si mantiene in linea con gli anni recenti, la Francia e la Spagna prevedono un raccolto leggermente superiore ma la, Germania e i paesi del Benelux anticipano rese inferiori – ha analizzato Klaus Hölzl, responsabile vendite di Vog – Data la limitata offerta locale prevista nelle nostre destinazioni export del Continente, quest’anno potrebbe essere più interessante per le mele italiane. Rimane comunque l’importanza di diversificare i mercati e crescere nell’export anche fuori dall’Europa”.   

Pere: -12,9% in Europa

Si stima che il raccolto di pere dell’Ue per il 2023 diminuirà del 12,9% rispetto al raccolto dell’anno scorso, con un totale di 1.745.632 tonnellate. Questo decremento è dovuto al forte calo della produzione italiana (-63% rispetto al 2022) e alla riduzione dei volumi francesi e olandesi (rispettivamente -28,6% e -3,1%). Nel 2023, la produzione di pere Conference è stimata in aumento dell’8%, raggiungendo le 928.081 tonnellate. La produzione di pere William BC, invece, dovrebbe diminuire del 36,8%, mentre la produzione di Abate Fetel dovrebbe scendere a 52.846 tonnellate (-69,3%).

A eccezione di Italia e Francia, tutti i principali Paesi evidenziano una buona produzione. Il Belgio con circa 412mila tonnellate, potrebbe segnare un +20% sul 2022 e sul record produttivo. L’Olanda flette solo del 3% sul 2022, mantenendosi con circa 341mila tonnellate su un buon livello produttivo. La Spagna ritorna su una produzione normale dopo lo scarso 2022, con circa 296mila tonnellate. Il Portogallo segna solo un +4% sul 2022, rimanendo così su livelli inferiori alla norma con un’offerta che non arriva alle 140mila tonnellate. Da segnalare il trend di crescita della Polonia, arrivata nel 2023 a stimare circa 100mila tonnellate, il +5% sul 2022 e +30% sulla media degli ultimi tre anni.

A livello globale, la produzione di pere negli Stati Uniti dovrebbe diminuire del 3,7% (502mila tonnellate in totale), mentre quella cinese dovrebbe aumentare del 10% (17,6 milioni di tonnellate).

“Siamo di fronte ad una situazione di estrema criticità – ha affermato Mauro Grossi, presidente del Consorzio della Pera dell’Emilia Romagna Igp – che quest’anno è arrivata al culmine. In questi anni abbiamo cercato di riorganizzare il comparto anche attraverso lo strumento del Consorzio Igp, riconoscendone le potenzialità in termini di legame con il territorio, qualità e identità, ma tutto ciò non basta se non si trova il modo per poter produrre e soprattutto se in questa fase non si trovano le risorse per aiutare i produttori a uscire dal tunnel”.

“La situazione è gravissima – ha concluso Paolo Bruni, presidente di Cso Italy – abbiamo assistito ad ingenti abbattimenti di pereti fino all’estate, quindi in prossimità della raccolta, situazione questa senza precedenti, proprio perché anche grandi aziende, strutturate, non vedono più un minimo di prospettiva. È il quinto anno consecutivo che la pericoltura italiana si trova ad affrontare gravissimi problemi e non è più possibile andare oltre. Purtroppo nel 2023 gli eventi calamitosi a cui fare fronte sono stati innumerevoli e molto gravi, dall’alluvione, fino alle ultime grandinate, trombe d’aria, tutti eventi che necessitano di interventi concreti e decisi, ma non si deve trascurare l’enorme problema della gelata che, non dimentichiamolo, ha comportato le conseguenze peggiori, con un occhio particolare alla pericoltura, più colpita e maggiormente vulnerabile rispetto ad altri prodotti”.

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