Sarebbe stata un’annata eccezionale per le nocciole che crescono all’interno del Parco dei Nebrodi. Le condizioni climatiche hanno infatti assicurato un perfetto sviluppo vegetativo e i piccoli frutti si sono presentati in abbondanza. “Quest’anno un ettaro di noccioleto avrebbe potuto regalarci una produzione stimata di circa 18 o 20 quintali - spiega Enzo Ioppolo, presidente della Comunità della Nocciola - Volumi che, al prezzo di mercato attuale, avrebbero garantito un discreto reddito ai produttori”.
Avrebbe potuto. Perché, con l’arrivo della bella stagione, sono tornati anche i ghiri, animali tradizionalmente ghiotti di nocciole: un problema ormai atavico per i noccioleti dei Nebrodi, un vero incubo per i produttori che temono di perdere così l’intera produzione.
“A causa del caldo, quest’anno i ghiri sono usciti dal letargo in anticipo ed hanno già cominciato a distruggere i noccioleti che si trovano ad un’altitudine minore. Tra quindici giorni non ci sarà più una nocciola su un albero”, continua Ioppolo.
Il problema non è nuovo. Già da tanti anni la Comunità della Nocciola dei Nebrodi ha sollevato il problema, senza che tuttavia si sia trovata una soluzione. Il ghiro infatti è una specie protetta e così gli interessi dei produttori si scontrano con quelli della salvaguardia dell’animale.
“Il danno è enorme. Negli anni, questa situazione ha portato anche all’abbandono delle campagne e allo spopolamento dei piccoli centri dell’areale, tutti ad economia agricola – sottolinea Ioppolo – Il nostro ruolo non si limita a quello di produttori: siamo guardiani e custodi del territorio, lo curiamo, lo difendiamo, ma spesso non abbiamo ritorno economico. Se si vuole mitigare il rischio idrogeologico, con certezza di risultato, bisogna tutelare i produttori”.
L’area di produzione della nocciola dei Nebrodi ricade in 23 comuni del messinese per un totale di circa 13mila ettari, compresi fra un’altitudine di circa 250-300 metri slm e 1.000 metri slm.
“Quello che chiediamo è di essere tutelati anche noi, come lo sono i ghiri. Abbiamo fatto appello tante volte alle istituzioni, ma finora le nostre richieste sono rimaste inascoltate. Ancora una volta chiediamo alla politica e a chi di competenza di ascoltare le necessità di un’economia a rischio. Come Comunità della Nocciola proponiamo la revoca, per il solo territorio di produzione della nocciola, della norma che dichiara i ghiri come specie protetta. Solo così potremo salvare le nostre produzioni, con tutto quello che ne consegue. Se continuiamo così, come finiremo?”, conclude Enzo Ioppolo.