Anche per la nocciola, è quanto mai impellente riflettere e studiare azioni per reagire ai cambiamenti climatici, sempre più evidenti e importanti. Ad esserne convinto, tra gli altri, è Giuseppe Tarable, che dal 2006 ha preso in mano l’azienda di famiglia (in cui oggi è aiutato anche dal figlio) ricompresa tra i comuni di Pocapaglia, Bra e Monticello d’Alba (Cuneo) e l’ha convertita presto al biologico.
Interpellato da myfruit.it riguardo la nuova campagna, Tarable ha spiegato: “Dal punto di vista produttivo, quest’anno è andata senz’altro meglio del 2021. Anche la qualità è molto buona. Inoltre, abbiamo iniziato a sgusciare e i frutti hanno un’ottima pelabilità. Il problema, quest’anno, è legato ai costi di produzione, ma c’è anche altro”.
Affrontando infatti il tema delle questioni che affliggono il comparto, Tarable aggiunge: “Bisogna pensare sempre di più anche ai cambiamenti climatici. Quest’anno la frutta in generale, e naturalmente anche i noccioleti, hanno faticato molto, specialmente quelli che si trovano su un terreno sabbioso. In prospettiva, cosa succederà? Nel giro di una decina d’anni, metà dei nostri terreni rischiano di diventare non coltivabili. Del resto, pensare di portare impianti di irrigazione in collina è pressochè impossibile. Da 2-3 anni, poi, in inverno non piove e non c’è quindi scorta di acqua durante l’estate”.
Sul tema dei prezzi Tarable poi aggiunge: “Premesso che noi trasformiamo tutta la nostra produzione, quindi applichiamo il nostro listino, ho sentito che sono in corso contatti tra la parte agricola e quella industriale per la nuova quotazione. La forbice è contenuta tra i 7 e i 9 euro punto resa. Naturalmente, 9 euro punto resa penso che sarebbe un prezzo onesto, perché consentirebbe all’agricoltore di avere qualche soddisfazione per il suo lavoro continuativo, magari spalmato su 6 o 7 giorni la settimana per 10-12 ore al giorno”.