05 marzo 2021

“Nocciole: il biologico può essere il futuro ma bisogna crederci”

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E’ cresciuta fin da bambina nell’azienda agricola paterna, che produceva frutta. Il richiamo della campagna e della vita all’aria aperta lo ha quindi sempre avuto nel sangue, tanto che dopo un’esperienza da dipendente in fabbrica ha deciso che il suo futuro sarebbe stato un altro. Così si è trasferita a Magliano Alpi (Cuneo), nel mezzo delle Langhe, si è sposata, ha avuto due figli e, per riuscire sia a seguire la famiglia, sia continuare a lavorare, ha fatto una scelta abbastanza comune da queste parti, ma molto originale per come è stata portata avanti: già dal 2008, infatti, ha scelto di produrre e lavorare nocciole, virando però subito verso la scelta del biologico (con una certificazione che è arrivata tre anni più tardi). Lei si chiama Emanuela Gianoglio, l’azienda da lei fondata porta il suo nome e oggi continua a condurla assieme al marito. Myfruit.it l’ha interpellata per conoscere qualche cosa in più di questa realtà.

Emanuela, se dovesse dare un voto da uno a dieci al 2020?

Direi da otto. La produzione, dopo alcuni anni di scarsità di prodotto, è ritornata infatti su livelli normali e siamo stati quindi soddisfatti. Non abbiamo neanche più avuto tutti quei problemi di cimiciato che si erano presentati negli ultimi anni. Dall’altra parte, però, abbiamo dovuto fronteggiare, come tutti, il problema del covid, che per quanto ci riguarda ha rallentato decisamente le vendite, sia in Italia sia all’estero.

Può raccontare brevemente cosa fa la vostra azienda?

Abbiamo attualmente 17 ettari di noccioleto, tutto certificato biologico, per produrre Nocciola Piemonte Igp bio. L’azienda agricola l’ho costruita poco a poco negli anni, mettendo insieme diversi piccoli appezzamenti. Ho inoltre messo a dimora nuovi impianti che entreranno in produzione nei prossimi anni. Ho creduto nella produzione biologica fin dal 2008, quando ho aperto l’azienda, ottenendo la certificazione tre anni più tardi. A fianco della parte produttiva, ho sviluppato contestualmente il laboratorio, dove facciamo sgusciatura e produciamo tutti i semilavorati per la pasticceria e la gelateria: granella, pasta, farina, ecc.

Lei consiglierebbe il biologico anche ai suoi colleghi che fanno convenzionale?

Dipende. Il biologico, da questo punto di vista, è anche una filosofia, e prima di tutto devi quindi esserne convinto. Tra le maggiori difficoltà che s’incontrano nel biologico ci sono la gestione dell’erba durante la bella stagione e l’eliminazione dei polloni, che noi facciamo sempre a mano, in un contesto spesso anche di alte temperature. Chi fa convenzionale invece utilizza erbicidi e diserbanti. Altri problemi da gestire s’incontrano durante la raccolta: chi fa biologico deve utilizzare macchinari diversi, perché raccoglie spesso sull’erba, con il rischio di lasciare sul campo un certo quantitativo di prodotto, mentre chi fa convenzionale non ha senz’altro questo problema. Premesso tutto questo, io posso dire che credo nel biologico e tornerei a farlo, ma bisogna ovviamente interfacciarsi a livello commerciale con chi crede in un certo metodo di produzione.

A proposito di vendite, quali sono i mercati in cui siete maggiormente presenti?

Circa il 60% della nostra produzione viene assorbita dall’estero, il 40% da gelaterie e pasticcerie italiane. Si tratta molto spesso di piccole realtà, che sanno apprezzare e comprendono il valore di ciò che proponiamo. Per quanto riguarda l’estero, abbiamo diversi contatti con clienti provenienti da Germania, Francia e perfino Finlandia.

Dopo la buona annata produttiva del 2020, cosa si attende per il 2021?

Non so, è ancora presto per fare questo tipo di previsioni. Naturalmente spero bene, anche se ho notato che, quest’anno, la fioritura maschile era più scarsa rispetto al 2020. Dal punto di vista climatico, invece, finora è andata piuttosto bene, con neve e freddo nel periodo giusto.

Si rischiano giacenze a causa della pandemia?

Il rischio c’è, ma speriamo di no. Ovviamente, la situazione che stiamo vivendo ha senz’altro rallentato gli scambi.

Soddisfatta degli attuali prezzi?

A inizio campagna c’è stata un po’ una corsa agli acquisti, vista la scarsità di prodotto degli scorsi anni, poi il mercato ha rallentato decisamente, a causa anche dell’effetto pandemia. Noi non ci lamentiamo, anche perché abbiamo appunto un prodotto biologico che, prima di essere acquistato, deve essere compreso nel suo valore da parte del cliente.

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