In un areale dove le nocciole sono sempre cresciute in modo spontaneo, e che solo recentemente alcuni produttori e trasformatori stanno cercando di promuovere, può nascere un esempio virtuoso di valorizzazione del territorio. E' quanto accaduto con Chiavarina, marchio depositato da Piero Barbieri da Chiavari (Genova), titolare della pasticceria di Corso Cavour che porta il suo nome, proprio nel centro della cittadina ligure.
Come è nato il progetto
Alla base di tutto, c’è stata la voglia di sperimentare e di esplorare cose nuove. “Nel 2017 – racconta infatti lo stesso Barbieri – partecipai a un corso di pralineria e cioccolateria ad Alba. Lì, all’interno di un’azienda, vidi una macchina per realizzare creme spalmabili a base di nocciola e, tra me e me, pensai di provare a realizzare qualche cosa di particolare. Acquistai quindi una di queste macchine, per tostare e raffinare la nocciola, e tra fine 2017 e inizio 2018 lanciai la Chiavarina, la spalmabile al 50% di nocciole Misto Chiavari, con la sola aggiunta di zucchero semolato e del 6% di cacao di varie provenienze. L’idea è stata ben presto apprezzata dai consumatori, tanto che ho provveduto a proteggere il marchio e, oggi, oltre che nel mio negozio, la vendo anche attraverso alcune altre attività locali. Durante il periodo del lockdown, poi, tramite il presidente della Cooperativa Isola di Borgonovo, Mario Dodici, ho inviato alcuni campioni a importatori di generi alimentari negli Stati Uniti. La proposta è stata molto apprezzata e così ho aperto contatti anche negli Usa. La produzione, ovviamente, rimane limitata, sia perché è totalmente artigianale, sia perché a volte, come con l’ultima annata, manca la materia prima; dal 2017 a oggi, ho commercializzato circa 13mila vasetti da 200 grammi l’uno, ma sono comunque molto soddisfatto”.
Nuovi sviluppi
Barbieri, peraltro, continua a sviluppare la sua intuizione. “Più recentemente – spiega – ho lanciato due varianti alla Chiavarina originale: la Noir, per chi ama sentire più marcatamente il gusto del cacao (ne contiene infatti un 10%), e la Gold, sempre con il 10% di cacao e il 5% di olio extravergine di oliva Dop del nostro oliveto di Leivi (Genova), nel levante ligure”.
Il segreto di questa spalmabile
La particolarità di queste creme? A spiegarlo è ancora il suo creatore: “Grazie al Misto Chiavari, che identifica appunto una serie di varietà di nocciole, si ottiene un sapore unico, molto più aromatico rispetto a creme realizzate con una monocultivar”.
Collaborazioni e iniziative
Ma non è finita qui. Sempre grazie alla Chiavarina, e alla conseguente necessità di disporre di buoni quantitativi di nocciole, Barbieri ha stretto una collaborazione con la già citata Cooperativa Isola di Borgonovo, che fornisce appunto la materia prima. Inoltre, nell’ottica di contribuire a chiudere la filiera, lo stesso imprenditore pasticcere ha preso in affitto un noccioleto (approfittando anche di un bando regionale ad hoc) e, nei prossimi anni, potrà contribuire egli stesso allo sviluppo e alla valorizzazione del Misto Chiavari.