03 giugno 2021

Nocciole: nelle Langhe si confida sul ritorno del turismo

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Nelle Langhe, un ottimo canale di sbocco per la vendita delle nocciole è sempre stato rappresentato storicamente dal turismo. Con la pandemia da covid-19, questo importante movimento si è pressoché azzerato per oltre un anno e solo ora, timidamente, sta riprendendo piede.

Myfruit.it ne ha parlato con Silvia Martini, titolare dell’azienda Noccioleria Martini di Monchiero (Cuneo), in bassa Langa, la quale affronta anche diverse altre questioni, dal problema della cimice, alla prossima campagna, ai prezzi.

“Per quanto riguarda il turismo – spiega Silvia – proprio in questi giorni, dopo tanto tempo, si sta ricominciando a vedere un po’ di movimento. Credo comunque che ci vorrà ancora quasi un anno per tornare alla normalità. Da parte nostra, proprio per accogliere al meglio chi viene a visitarci, da settembre 2020 abbiamo inaugurato proprio a Monchiero, in via Borgonuovo, un nostro punto pasticceria, aperto nei weekend. Qui proponiamo diversi dolci a base delle nostre nocciole, dai baci di dama alla torta di nocciole senza farina di grano, dai gianduiotti, alle torte mousse ai tre gianduja, ai frollini, a tanto altro ancora. Abbiamo anche un’intera gamma di creme spalmabili di altissima qualità. Poi c’è sempre il nostro sito internet, noccioleriamartini.it, grazie al quale vendiamo anche on line.

Noccioleria Martini può contare su 8 ettari di noccioleto in cui produce Nocciola Piemonte Igp, disposti su vari appezzamenti ubicati tra Monchiero, Dogliano, Lequio Tanaro e Clavesana. Molti impianti stanno entrando in piena produzione proprio ora, dal momento che sono stati piantati tra 2014 e 2015. Inoltre, alla produzione l’azienda affianca il proprio laboratorio interno, dove produce diversi semilavorati per la gelateria e la pasticceria.

“Al momento il nostro mercato principale rimane l’Italia – prosegue l'imprenditrice – anche se ultimamente abbiamo avuto contatti per spedizioni pure in Canada e Danimarca”.

Parlando poi della produzione, Martini aggiunge: “Nel 2020 abbiamo avuto un’annata normale e, dal punto di vista commerciale, nonostante le varie chiusure, alla fine siamo riusciti in qualche modo a sopravvivere. Per quest’anno, invece, prevedo un calo abbastanza importante della produzione, sia a causa delle gelate tardive dello scorso aprile, sia perché il nocciolo è una pianta che si può definire biennale, dal momento che solitamente alterna a un’annata di buona produzione una successiva annata di scarica”.

Infine, rimangono sul tavolo le questioni del cimiciato e dei prezzi. “Il problema della cimice – conclude Silvia Martini – è ancora molto presente dalle nostre parti. Noi, peraltro, abbiamo dismesso ogni trattamento chimico, anche perché abbiamo visto che chi li ha fatti non ha poi ottenuto i risultati sperati. L’anno scorso il problema della cimice si è attenuato perché si è raccolto in anticipo e la cimice è uscita in ritardo. Ma, per quest’anno prevedo che non sarà così. Inoltre, c’è appunto la questione della minore produzione, che dovrebbe necessariamente fare aumentare i prezzi”.

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