Nel 2023 le precipitazioni piovose invocate dai produttori corilicoli sono arrivate sull’intera Penisola, ma non è tutto oro quello che luccica. Le insidie sono dietro l’angolo e a fare il punto della situazione per la sua zona è Mario Profili da Civita Castellana (Viterbo). Mario insieme al fratello Daniele è titolare di Fattoria Lucciano, una realtà che si estende su 125 ettari, cui va aggiunta un’altra 70ina di ettari di un altro appezzamento a Nepi (Viterbo). Un’azienda piuttosto importante, questa, perché sono circa 30 gli ettari di superficie allevati a nocciola.
Profili spiega: “Oggi la stagione non si è messa per il meglio. L’eccesso di piogge porta con sé il rischio di malattie fungine che si somma allo stress patito dalle piante per la prolungata siccità del 2022. In campagna, inoltre, stiamo ancora soffrendo eccessivi sbalzi di temperatura, quindi mi attendo un'annata al di sotto della normalità a livello di produzione”.
Va considerato, peraltro, che il 2022 non è stato affatto generoso, mentre l'anno prima quasi nessuno aveva raccolto nella zona a causa delle gelate tardive. “L’anno scorso – conferma Profili – abbiamo avuto un raccolto pessimo, perdendo circa l’80% rispetto a un’annata normale. In altri termini, sono due anni che raccogliamo poco o nulla”.
Dunque, conviene ancora fare corilicoltura? Profili risponde: “A guardare i cambiamenti climatici che stiamo subendo verrebbe da rispondere no. Tuttavia, per chi investe in questa coltura il mio consiglio è quello di puntare sulla trasformazione, che può risultare ancora remunerativa rispetto alla vendita all’industria. Per quanto ci riguarda, come azienda abbiamo iniziato a trasformare cinque anni fa una parte della nostra produzione e la differenza nei prezzi è sempre stata evidente”. Fattoria Lucciano, infatti, con parte del proprio raccolto produce semilavorati e prodotti finiti per piccoli negozi e anche per il consumatore finale, proponendo ad esempio una gamma di tre creme spalmabili al 13, 42 e 55% di nocciola.