Com’era prevedibile, il nuovo regolamento europeo sugli imballaggi ha destato diverse reazioni e commenti. Potete leggere il nostro approfondimento sull’argomento qui.
Critica la posizione di Ortofrutta Italia
L’organismo interprofessionale della filiera ortofrutticola italiana Ortofrutta Italia si dice critico sull’esito dell’accordo di Bruxelles sul regolamento imballaggi.
Priva di logica e supporto scientifico, un’approvazione del testo così come risultante dall’accordo raggiunto in Coreper per il regolamento Ppwr, soprattutto relativamente all’utilizzo di imballaggi monouso per frutta e verdura fresca sotto 1,5 chilogrammo darebbe il via ad un’insieme di norme controproducenti in termini di sostenibilità e ingiustamente discriminatorie nei confronti dei prodotti freschi.
Ortofrutta Italia, a voce unanime tra produzione e distribuzione al proprio interno, esprime forte preoccupazione per le possibili conseguenze del provvedimento. “Ci associamo alla preoccupazione mostrata in questi giorni dal settore rispetto alle determinazioni di Bruxelles sul regolamento imballaggi. Nella sua forma attuale il Ppwr aumenterà senza dubbio il food waste, aumenterà le emissioni di anidride carbonica, metterà a dura prova la tenuta del mercato unico e, soprattutto, porterà presumibilmente a un ulteriore calo dei consumi.
L’accordo – afferma il presidente di Oi, Massimiliano Del Core – rischia di rendere il Ppwr più una direttiva che un vero e proprio regolamento, consentendo eccezioni alla restrizione sugli imballaggi in plastica per i prodotti freschi agli stati membri : ciò provocherà la mancanza di un elenco armonizzato a livello di Unione europea di prodotti esenti che possono essere confezionati in imballaggi di plastica, con un impatto profondo sulla distribuzione all’interno del mercato unico dell’Ue.
Commercialmente sarebbe devastante: non si saprebbe come imballarli per servire determinati mercati e si potrebbe verificare che i prodotti siano rilavorati anche a destinazione, causando un aumento dei rifiuti di imballaggio e mettendo a rischio la qualità del prodotto”.
“A nostro avviso – continua Del Core – è un provvedimento discriminatorio per i prodotti ortofrutticoli freschi, il cui imballaggio in plastica per altro rappresenta solo 1,5 % della plastica in circolazione su base europea. Per questo lo abbiamo criticato sin dalla sua prima stesura, cercando di portare il nostro contributo, il contributo della filiera operativa italiana nella sua interezza, all’attenzione di Bruxelles”.
Il settore dei prodotti freschi, infatti, è fortemente impegnato nella sostenibilità in tutti i suoi aspetti, garantendo al tempo stesso qualità e freschezza e provando a limitare gli sprechi. Anche grazie alla disponibilità di imballaggi efficaci e sostenibili, come quelli che è attenta ad utilizzare la nostra filiera produttiva, di confezionamento e distributiva, che cresce l’export ortofrutticolo italiano. In proposito, peraltro, la grande distribuzione ha già fatto di propria iniziativa una sorta di selezione di quanto debba essere venduto sfuso (oggi circa il 50% del totale del mercato) e ha già introdotto alternative alla plastica, dove ci sono.
“Se questo sarà l’esito finale – conclude Del Core – gli effetti negativi per la nostra filiera ortofrutticola in Europa non tarderanno a farsi sentire. A questo punto le deboli speranze del comparto ortofrutticolo italiano sono riposte a quello che verrà definito entro la fine di aprile, a riguardo, in Parlamento europeo. Il sostegno della politica di casa nostra non deve mancare questa volta, e soprattutto, auspichiamo che prevalga il buon senso tra gli organi decisori dei vari paesi europei su questo tema delicatissimo per il futuro sostenibile dell’ortofrutta, non solo italiana.
Per Confcooperative Fedagripesca è un punto di partenza
“Un risultato significativo è stato raggiunto dall’Italia nella definizione della nuova normativa europea sugli imballaggi. L’accordo raggiunto in seno al Coreper, che supera le perplessità della commissione, rappresenta un passo avanti che la Confcooperative, da sempre sensibile all’equilibrio tra esigenze economiche e ambientali, accoglie con cauta soddisfazione”. Così Confcooperative Fedagripesca commenta la posizione espressa oggi dal Coreper (comitato dei rappresentanti permanenti) sull’accordo provvisorio raggiunto dopo il trilogo sul regolamento imballaggi.
“L’applicazione del principio di reciprocità, sancito dall’accordo – commenta il presidente di Fedagripesca Carlo Piccinini – rappresenta un primo tassello verso un sistema più equo. Restano, tuttavia, da definire alcuni dettagli per garantire un vero livellamento del campo di gioco per le merci che entrano nell’Ue”.
Il presidente di Confcooperative Fedagripesca rivolge anche “un plauso a tutti coloro che si sono spesi per il raggiungimento di questo traguardo”. L’intesa raggiunta, secondo Piccinini, “rappresenta, pur con diverse criticità, un punto di partenza per la transizione che non rinnega l’economia circolare. La nostra organizzazione ha lavorato per scongiurare misure penalizzanti per le nostre imprese, come l’obbligo di riuso per alcune tipologie di imballaggi”. “Rimangono diverse sfide da affrontare”, conclude il presidente di Confcooperative Fedagripesca, “come la possibilità di deroghe per gli Stati membri, la gestione dell’ortofrutta e l’impatto sulle piccole e medie imprese. Su questi fronti, Confcooperative continuerà a proporre soluzioni concrete per ovviare alle storture”.
Cia: “Migliorati molti aspetti, ma permangono criticità
Sulla questione interviene anche Cia. Per la confederazione italiana agricoltori l’accordo provvisorio raggiunto nel negoziato inter-istituzionale tra Consiglio e Parlamento europeo sul regolamento imballaggi è sicuramente il risultato di un lavoro importante portato avanti come sistema Italia. In ambito agricolo sono stati migliorati molti aspetti della norma ed è stato confermato il principio di reciprocità per gli imballaggi in plastica immessi nel mercato Ue. Permangono, però, criticità per il settore ortofrutticolo. E’ confermato, infatti, il divieto di confezionamento in plastica per frutta e verdura allo stato fresco sotto 1,5 chili.
Per Cia la posizione migliore per il comparto era quella già votata dall’Europarlamento, che si era espressa contro questo divieto. Questo accordo rischia, invece, di tradursi in un proliferare di disposizioni nazionali eterogenee e nello sgretolamento del mercato unico, con aumenti di costi per le imprese, soprattutto quelle orientate all’export. Cia ricorda l’importanza del confezionamento per gli ortofrutticoli ai fini della sicurezza alimentare, della qualità organolettica dei prodotti e dell’allungamento della conservazione, oltre al contrasto allo spreco alimentare, obiettivo che la filiera da tempo persegue.
Fonti: Ortofrutta Italia -Confcooperative Fedagripesca – Cia