04 febbraio 2023

Odorizzi: “Primo, non dare per scontato il made in Italy”

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Produrre e vendere frutta e verdura è professione sempre più complicata. Il mercato, infatti, è in continua evoluzione e la pandemia ha cambiato in modo drastico (forse definitivo) molte abitudini alimentari. Difficile mantenere la “barra dritta” senza avere prima individuato i pochi punti fermi su cui pianificare il lavoro.

Leonardo Odorizzi, tra i fondatori della rete di imprese La Grande Bellezza Italiana, delinea il quadro per myfruit.it: “Il prodotto deve essere prima di tutto buono (“Il responsabile Freschissimi di Coop Italia, Claudio Mazzini, ce lo ricorda sempre, ma non sempre ascoltiamo”, dice). Per questo noi abbiamo selezionato aree vocate da Cuneo a Taranto, passando per Verona e Ferrara. Oltre mille ettari tra Veneto e Piemonte, tra Emilia Romagna e Puglia, riconducibili a sei realtà storiche del settore, quali Bergonzoni Frutta, Coofrutta, Joinfruit, Odorizzi, Op Geofur, Perusi. Al centro delle nostre strategie ci sono proprio i prodotti tipici del territorio, caratterizzati da tradizioni centenarie, se non addirittura quelli a Indicazione geografica. E, poi, credo siamo l'unico brand legato esclusivamente alla origine italiana, certificata già dal nome“.

Non è solo questione di produzioni vocate, però. Serve una organizzazione che possa rapportarsi in modo equilibrato alle necessità e alle dimensioni della clientela. “La nostra rete unisce a livello organizzativo numerosi magazzini dislocati su tutta la penisola per servire il cliente garantendo elevati e costanti standard qualitativi. E questo si fa quando si riesce, ad esempio, a lavorare i frutti nel luogo di produzione. I principi cardine della nostra rete sono proprio produzione, organizzazione, specializzazione”.

Fiducia del consumatore e brand

Tornando al consumatore, le indagini relative al 2022 mostrano comportamenti molto chiari: “Sembra valga la regola spendere meno, ma spendere meglio – osserva Odorizzi – La qualità è intesa sì come soddisfazione del palato, ma anche come appagamento della mente. Per cui lo storytelling del prodotto diventa complementare all'acquisto, un requisito utile a favorirne la ripetitività”.

“In questo senso – continua l'imprenditore – la funzione della marca diventa sempre più uno strumento per orientare il consumatore alla ricerca di certezze e sempre più consapevole. Questo spiega perché la marca del distributore (Mdd) sta acquistando sempre più importanza con una crescita a due cifre che ormai supera il 30% del paniere offerto. Riesce a soddisfare le richieste del consumatore e a risultare affidabile”.

La qualità della Grande Bellezza Italiana anche per la Mdd

E, a proposito di Mdd, è ai nastri di partenza il progetto di collaborazione tra La Grande Bellezza Italiana e la marca distintiva di una nota insegna nazionale: “Abbiamo superato gli antagonismi e unito le strategie. La nostra qualità, dunque, va anche al servizio della Mdd, per valorizzare entrambe”.

D'altra parte, nel portfolio della rete di imprese c'è solo ortofrutta di origine italiana. “Una strategia che solo apparentemente dà limiti nella continuità perché il consumatore apprezza e premia l'offerta di qualità nel rispetto della stagionalità. Prendiamo la nostra gamma radicchi, una decina tra tipologie e varietà che, coltivando in più regioni italiane, ci permette di coprire con alcune quasi tutto l'anno ma dare, anche, qualche specialità più limitata nelle tempistiche, vedi il tardivo, il variegato e il rosa – conclude Leonardo Odorizzi – Con le clementine del Golfo di Taranto Igp abbiamo colto in pieno il significato dell'indicazione geografica che valorizza le produzioni omogenee ottenute in territori circoscritti, mentre i kiwi italiani sono tra i più apprezzati dal mercato e catene molto importanti li stanno inserendo nei propri banchi di vendita”.

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