Gli italiani vogliono, prima di tutto, prodotti gustosi, concetto un po’ più pragmatico e probabilmente un po’ meno articolato di quello gira intorno alla “qualità”. Poi li vogliono a un prezzo ragionevole e accessibile, preferibilmente italiani, anzi, ancor meglio se a Km 0 e naturalmente sostenibili.
È la lista dei desideri dei consumatori italiani secondo un’indagine realizzata da SWG per Carrefour e che è servita per definire i capisaldi del secondo capitolo del programma Act for Food, lanciato nel 2018 e posto al centro della strategia la cosiddetta “Transizione Alimentare” da parte del player francese in tutto il mondo, compresa l’Italia.
“Scenario cambiato, centrale il gusto”
A presentare quello che è stato definito un vero e proprio “rilancio” del progetto Act for Food, è stato una parte del management di Carrefour Italia, a partire dal Ceo Christophe Rabatel che ha scelto uno dei suoi ipermercati milanesi, quello di Assago, per farlo.
“Siamo reduci da anni di grande incertezza, dal Covid fino alle tensioni geopolitiche, che hanno aumentato i costi delle materie prime e la "inflazione pesando sulla filiera e sulle famiglie” ha affermato il manager francese.
“Oggi, però, lo scenario è cambiato: gli italiani mettono al centro delle loro scelte alimentari la ricerca del gusto, accompagnata da valori non più negoziabili: piacere, freschezza, territorio, sostenibilità, tutti sullo stesso piano”. Da qui l’idea di far entrare l’ambizioso progetto che intende cambiare il carrello della spesa degli italiani secondo dettami più sostenibili, in una sorta di seconda fase che va incontro alle attuali esigenze dei consumatori.
Piacere fa rima con nutrizione e ambiente, ad un prezzo equo
Piacere significa il gusto di mangiare bene, “primo driver di scelta degli italiani. Sia nutrizione che sostenibilità devono convivere con il piacere e contribuire a valorizzarlo”, continua Rabatel nell’esplicitare il nuovo corso della strategia di Carrefour. “Tutti questi valori devono tenere conto anche del prezzo. Questa variabile è cruciale nelle scelte. Vediamo, infatti, sempre più spesso consumatori che si scontrano con l’impossibilità di potersi permettere un prodotto premium price”.
La traduzione pratica di questi obiettivi di Carrefour è un rafforzamento dei prodotti a marchio Bio e in generale in quelli private label, che vanno incontro alla richiesta di un buon rapporto qualità-prezzo, nonché la valorizzazione dell’offerta di prodotti freschi, planted based e locali/nazionali.
“Già oggi l’80% dei prodotti a marchio Carrefour viene da prodotti italiani, frutta e verdura e anche orate e branzini sono 100% italiani e la carne proviene da allevamenti nazionali. Infine, 50 referenze bio sono in vendita a meno di un euro”.
Meno sprechi nei punti di vendita
Dallo studio di SWG emerge la fotografia di un consumatore che, quanto meno a parole, desidera un punto di vendita che eviti gli sprechi, offra un’ampia selezione di prodotti che provengono da filiere tracciate e al tempo stesso siano presenti anche eccellenze territoriali prodotte da fornitori locali.
“Gli italiani ora sono concreti”, sostiene Riccardo Grassi, direttore di ricerca SWG, che ha presentato la ricerca che si è svolta on line a fine settembre di quest'anno. Alla richiesta di quali fattori influiscano nell’acquisto di un chilo di mele, ad esempio, emerge che a parità di prezzo si predilige lievemente un prodotto sostenibile rispetto a uno gustoso, ma a parità di sostenibilità decisamente di più uno gustoso rispetto a uno a prezzo conveniente. A parità di gusto c’è un sostanziale pareggio tra sostenibilità e prezzo.
Nuova comunicazione per Act For Food
Ci sarà un cambio di passo anche sul fronte della comunicazione. “ll gusto prende piena forma anche nella nostra comunicazione visiva. C’è ora equilibro tra qualità, convenienza e sostenibilità”, osserva Alessandra Grendele, direttrice Merchandise, Marketing e e-commerce di Carrefour Italia.
Il nuovo piano di comunicazione, che prevede un’azione a 360° che include spot TV, social, volantini ed eventi in store, ha portato al cambiamento del logo “Act for Food”, ora più trasparente, ma anche della grafica, dell'iconografia e della scrittura.