Frutta a guscio ed essiccata

08 ottobre 2024

Progetto Nocciola Italia: la Tuscia contesta le cifre

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Con il Progetto Nocciola Ferrero, la multinazionale di Alba, ha incentivato la riconversione e la produzione di nocciole in numerose regioni d'Italia. Ma dalla Tuscia ora arrivano le rivendicazioni: il prezzo che paga Ferrero non è più adeguato. I coltivatori chiedono di più.

La produzione di 400mila tonnellate di Nutella (oltre 900 milioni di fatturato, senza contare i derivati) richiede ogni anno circa 75mila tonnellate di nocciole ma l'Italia non raggiunge le 130mila, per questo la Ferrero ricorre anche alla produzione proveniente dalle sue coltivazioni in Turchia, Cile e Stati Uniti

In una lettera alla Ferrero HCo, Ferrero Hazelnut Company, l'Associazione spontanea per la tutela degli agricoltori scrive: "Gli studi fatti sul giusto prezzo delle nocciole da riconoscere al produttore, all’epoca dell’avvio del progetto Nocciola Italia, oggi non sono più attuali e i prezzi, così attentamente stabiliti, non tengono affatto conto delle sopravvenute contingenze sia economiche, sia politiche, sia climatiche che globali''.

E poi, nel dettaglio: dagli effetti della pandemia all'aumento dei costi energetici, della manodopera e delle materie prime alla diminuzione della produzione per questioni climatiche, biotiche e abiotiche fino alla famigerata griglia che stabilisce un valore di mercato per le nocciole ("penalizzando quelle made in Italy" scrivono, ndr), le aziende si trovano in difficoltà, a rischio di sopravvivenza dopo avere aderito agli investimenti proposti e sostenuti dalla multinazionale.

Impensabile, dunque, per i corilicoltori della Tuscia estendere le coltivazioni di nocciole, come previsto dal progetto, se non viene valorizzato il prodotto ottenuto in Italia, e non viene considerata l'imprevedibilità che penalizza ormai ogni campagna.

La soluzione proposta? Adeguare i prezzi e la griglia a quelli vigenti per la nocciola piemontese.

Adesso tutti in attesa delle reazioni.

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