In reparto non solo cresce la tracciabilità del prodotto – con strumenti che permettono di risalire all'origine del frutto, fino a salire metaforicamente sopra l'albero dove è maturata l’arancia o il kiwi poi esposto nel punto di vendita – ma si sviluppa anche una crescente consapevolezza di maggiore trasparenza economica.
Un approccio sposato da tempo dall'insegna NaturaSì. Insegna che nei giorni scorsi ha lanciato una campagna di comunicazione con al centro la composizione del prezzo del kiwi o dell'arancia. L'obiettivo è condividere con il consumatore i vari passaggi dei prodotti. A partire dal campo.
La comunicazione si articola attraverso una serie contenuti diffusi sui social media e su altri canali media, l'azienda intende rendere trasparenti i costi dell'intera filiera produttiva, dall'agricoltore al consumatore finale. L'obiettivo è semplice: far luce su come si forma il prezzo degli alimenti nei punti vendita, evidenziando gli elementi che concorrono alla loro determinazione.
Quanto si paga un finocchio o un'arancia al produttore? Prezzo che rimbalza in reparto
"E NaturaSì come sostiene l’agricoltura?". Questa la domanda a cui risponde l'azienda con i suoi strumenti di comunicazione. Vediamo l'esempio del finocchio.
"All’agricoltore riconosciamo 1,80 euro il chilo. Per gli agronomi, controllo qualità, trasporti 0,80 euro, si aggiungono i costi del negozio che valgono 1,22 euro. Si chiude con l'iva che vale 0,16 il chilo. Prezzo finale 3,98 euro il chilo".
Un sostegno all'agricoltore anche se pagare 4 euro il chilo i finocchi non è proprio un prezzo modesto. Sicuramente un buon prezzo finale è quello delle arance: 1,98 euro per le bionde sfuse da spremuta.
Questa la composizione: "All’agricoltore riconosciamo 0,90 euro il chilo, per gli agronomi, controllo qualità, trasporti siamo a 0,42 euro. Infine i costi negozio incidono 0,58 euro per ogni chilo e 0,08 per l'iva".
Un viaggio dai campi agli scaffali
La campagna di NaturaSì mostra le tappe della filiera: si inizia dal campo, dove gli agricoltori svolgono il loro lavoro, si passa per la logistica, il controllo qualità e la spesa per gli agronomi, fino ad arrivare ai costi del negozio.
Attraverso questo processo, i consumatori possono sapere quanto incide ciascun passaggio sul prezzo finale che trovano al supermercato. Di fondamentale importanza è anche la trasparenza riguardo alla remunerazione degli agricoltori. Un tema caldo che rimbalza spesso nelle discussione sul giusto prezzo di frutta e verdura. Ma non dobbiamo dimenticare che il prezzo finale è anche frutto della dinamica tra domanda e offerta.
La voce di Fabio Brescacin: "Il cambiamento climatico non è una bufala!
Fabio Brescacin, presidente di NaturaSì, ha espresso la sua preoccupazione per la situazione critica in cui versa l'agricoltura non solo in Italia ma pure a livello globale, soprattutto in Europa. "Il cambiamento climatico non è una bufala", ha sottolineato, ma una reale sfida quotidiana per gli agricoltori.
"Molti produttori di ortaggi, quest'anno, si trovano nell'impossibilità di piantare, a causa della mancanza di garanzie sulla fornitura d'acqua. La costante diminuzione di interesse verso la professione agricola tra le giovani generazioni rappresenta un altro campanello d'allarme, minacciando l'efficienza della nostra produzione alimentare".
Da queste riflesse parte la campagna mediatica con finalità sociale ovvero far capire che l'ortofrutta è un processo complesso che vede interagire differenti protagonisti e problematiche. Sempre più importanti le conseguenze dei cambiamenti climatici.
La questione dei prezzi: un problema complesso e urgente
Brescacin ha evidenziato che uno dei fattori chiave per capire la crisi dell'agricoltura è il prezzo dei prodotti agricoli. Una quotazione bassa "non solo ostacola gli investimenti, ma porta anche a indebitamenti e a pratiche agricole non sostenibili".
Dal consumatore al produttore
L'insegna oltre alla comunicazione ha realizzato interventi a favore delle aziende agricole. "Il 29 novembre, grazie alla tua scelta consapevole, abbiamo raccolto 45mila euro per sostenere aziende agricole che favoriscono la fertilità dei suoli e la biodiversità". Possiamo invertire i termini e ottenere dal consumatore al produttore.
Questa è la storia di NaturaSì, ma ci sono le condizioni per estenderla nella gran parte delle insegne?