14 novembre 2023

Sciopero generale, il 17 si fermano logistica e trasporti

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Con altissime probabilità il prossimo 17 novembre sarà un venerdì nero per l’Italia. Il Paese tutto si ferma per uno sciopero generale indetto dalle categorie sindacali Cgil e Uil.

Perché si sciopera

Le due sigle protestano contro la legge di bilancio 2024, che dovrebbe arrivare in aula al Senato tra il 4 e il 7 dicembre. Oltre a queste due categorie, il 17 novembre sciopereranno – sempre per otto ore o per l’intero turno – tutti i lavoratori che operano nelle Regioni del centro Italia.

Chi si ferma

Ma quali sono le categorie che aderiscono allo sciopero generale? Sono interessati i trasporti, il pubblico impiego, la scuola, l’igiene ambientale e la nettezza urbana, le lavanderie industriali e le poste. E’ inoltre in programma lo stop a treni e mezzi pubblici come autobus, tram e metro, sono invece garantiti i voli. Fermo anche il personale del trasporto merci e della logistica, non lavoreranno nemmeno gli addetti alle autostrade. Insomma, con buone probabilità sarà il grande caos.

Raffica di scioperi fino a Natale

A non piacere ai lavoratori, in generale, non è soltanto la manovra del governo, ma anche l’autonomia differenziata e i tagli al Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza). E pertanto le mobilitazioni non finiranno questa settimana: lunedì 20 novembre si mobiliteranno gli iscritti di Cgil e Uil nella Regione Sicilia. La manifestazione avrà, dunque, carattere regionale e prevede uno sciopero di svariate categorie. Venerdì 24 novembre, con le stesse modalità, lo stop riguarderà le regioni del nord, lunedì 27 novembre sarà la volta della Sardegna. Infine, venerdì primo dicembre sarà la volta del sud.

Non condividendo il percorso di Cgil e Uil, la sigla sindacale Cisl ha deciso di indire un’altra manifestazione sabato 25 novembre.

Lo sciopero della distribuzione

Infine, a tre giorni da Natale, dovrebbero fermarsi i tre milioni di lavoratori dipendenti nelle imprese del terziario, quindi coloro che lavorano nella distribuzione, nella distribuzione moderna organizzata e nella distribuzione cooperativa. Nel merito, a indire lo sciopero per venerdì 22 dicembre sono i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs: la protesta è tesa al rinnovo dei quattro contratti nazionali di settore, scaduti nel 2019. I sindacati rimproverano alle associazioni datoriali di settore, dunque Confcommercio, Confesercenti, Federdistribuzione, Ancc-Coop, Confcooperative-Consumo e Utenza e Agci-Agrital, una certa indisponibilità a “riconoscere incrementi retributivi in linea con l’andamento inflazionistico”.

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