08 gennaio 2024

Senza casse: investono Esselunga e Pam

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Dopo il TuDay Conad nel centro di Verona, altre due insegne del calibro di Esselunga e Pam Panorama hanno annunciato di recente l’apertura a Milano di punti di vendita cashierless.

In particolare, Esselunga dovrebbe inaugurare nei primi mesi dell’anno uno store di 200 metri quadrati senza casse a insegna laEsse. Lo spazio sarà ubicato a Milano nel Mind-Village, distretto (costruito nell’area che ha ospitato l’Expo 2015) ad alto potenziale, che ospiterà un mix di abitazioni residenziali, uffici, centri di ricerca e campus universitari.

Anche Pam ha fatto sapere di avere scelto il capoluogo lombardo, ma al momento non ha svelato la location precisa. 
Ne ha scritto Anna Zinola su l’Economia del Corriere della Sera.

Come ricorda proprio Zinola, a fare da apripista nel nostro paese è stata Dao (cooperativa associata a Cia-Conad) che, all’inizio di novembre, ha aperto TuDay nel centro di Verona. Lo store, che si sviluppa su una superficie di 200 metri quadrati, propone 2.800 referenze, di cui il 20% è costituito da prodotti freschi e freschissimi. Il target è duplice: da un lato ci sono gli abitanti della zona che possono acquistare rapidamente ciò che manca, dall’altro lato i turisti che possono trovare qui uno snack ma anche i prodotti tipici della tradizione italiana.

Siamo fluidi

Questi punti di vendita si basano su un’esperienza definita frictionless, vale a dire fluida, senza ostacoli. In pratica il cliente entra, fa la spesa ed esce, senza passare i prodotti in cassa o da uno scanner. Lo scontrino compare direttamente sullo smartphone e il pagamento viene gestito in automatico da una app. A rilevare che cosa è stato acquistato è un sistema di telecamere, bilance e sensori, che tracciano ciò che si preleva dallo scaffale o, nel caso del fresco, che si pesa sulla bilancia.

Risparmiare tempo

Qual è il vantaggio per i consumatori? Sicuramente il risparmio di tempo, visto che si evitano le code alle casse. E, si sa, l’attesa alle casse – con operatore o automatiche – è mal tollerata dalla clientela. 
Un’indagine realizzata dall’Università Bocconi con BF Partners su un campione di oltre 1.200 responsabili d’acquisto italiani, ha evidenziato come un quarto degli intervistati dichiari di non volere superare i 3 minuti di attesa.

Secondo lo studio, poi, sono soprattutto gli uomini ad apprezzare gli store cashierless: hanno dai 18 ai 54 anni e vivono in centri urbani di medie e grandi dimensioni. Sono alto-spendenti ma anche infedeli in termini di tipologia di punto di vendita. Poiché hanno – come prevedibile – una tolleranza alle code inferiore alla media, tendono a utilizzare, quando sono presenti, le soluzioni di check-out rapido (self scanning, casse automatiche e così di seguito).

Questione di privacy

Ovviamente, gli store senza casse hanno anche qualche criticità. La più evidente riguarda la privacy, in quanto c’è il rischio che i clienti vengano schedati tramite riconoscimento facciale o del corpo. In realtà, si tratta di un falso problema visto che anche l’utilizzo delle carte fedeltà permette di tracciare cosa e quando viene acquistato.

Non solo: i sistemi di self scanning monitorano con precisione il processo, a partire dall’ordine con cui i prodotti sono messi nel carrello.

L’altra criticità riguarda il personale. Non avere le casse significa non avere i cassieri e, dunque, ridurre il numero di risorse impiegate nel punto di vendita. Tuttavia allo stato attuale è necessaria la presenza di addetti all’assistenza ai clienti. Figure che monitorino il percorso dei consumatori, lo supportino e intervengano quando utile o necessario. Insomma, i cassieri – almeno per un po’ – non scompariranno. Semplicemente, cambieranno ruolo.

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