Stefano Marchisio, titolare dell’azienda agricola I Minuti e presidente del Consorzio frutta a guscio del Piemonte, è protagonista di una rivoluzione nel settore agricolo piemontese con l’introduzione della mandorla, una novità per il territorio conosciuto in tutto il mondo per le nocciole e le sue dolci trasformazioni. Coltivava e ancora coltiva mele, pesche e kiwi ma sta lavorando per la transizione totale alla frutta a guscio.
Marchisio non è solo. Insieme ad altre aziende sono partiti tra 2019/2020. “In molte hanno seguito questa innovazione colturale”. Marchisio lo spiega a myfrui.it: “Una base che si è rapidamente ampliata nel corso degli anni, raggiungendo il numero di 35 dedicate alla coltivazione delle mandorle. Questa scelta nel tempo ha dimostrato che la decisione di puntare sulla varietà spagnola Penta, con maturazione tardiva, ha reso la mandorla una coltura promettente per il territorio”.
Una varietà resistente alle brinate primaverili
Marchisio spiega più nel dettaglio l’investimento: “Questa varietà è adatta al nostro clima fresco e resistente alle brinate primaverili. Lo abbiamo visto nell’ultima stagione dove si è comportata meglio del pesco di fronte al calo della temperatura. La Penta si è dimostrata altamente produttiva, i frutti sono di dimensioni leggermente più piccole rispetto alle varietà italiane tradizionali, ma con un contenuto di grassi e zuccheri più elevato, rendendole ideali per la pasticceria”.
Altri punti di forza a favore di questa scelta colturale? “Questa transizione verso la coltivazione di piante più adattabili alla meccanizzazione e meno impattanti sull’ambiente riflette le esigenze del settore dove poi la manodopera è sempre più scarsa mentre il consumo di frutta secca e a guscio sta aumentando. Un altro percorso è l’idea di lavorare su prodotti derivati dalle mandorle, come creme spalmabili e ingredienti per la pasticceria e la gelateria. Queste nuove linee di prodotti potrebbero aprire ulteriori opportunità e consentire al mercato di assorbire più volumi di produzione”.
Distribuzione tra Piemonte, Veneto e Toscana
Stefano è partito da casa, l’azienda si trova a 10 km da Cuneo, ma si è subito allargato. “La distribuzione si ha principalmente nel torinese ma anche in Veneto e in Toscana, regioni che ci stanno regalando soddisfazioni. Ho ricevuto solo feedback positivi, con un buon tasso di riacquisto da parte dei clienti“. Per quanto riguarda i canali di vendita, Marchisio sta lavorando sulle diverse opzioni: “Inclusa la Gdo, siamo presenti con un’azienda del Consorzio, pur puntando su una forte articolazione in altri canali come i negozi“.
Si punta sul valore aggiunto dell’italianità: “Vogliamo arrivare ad un prezzo per il consumatore finale di 15 euro così da ripagare i costi ed essere una coltura remunerativa e non troppa alta per il cliente”. Marchisio lavora le mandorle su circa 4 ettari e mezzo di terreno, ma il consorzio nel suo complesso gestisce ben 80 ettari, dimostrando l’ampia adesione e l’entusiasmo per questa nuova direzione. il 70% sono dedicati alle mandorle e il 30% alle noci.
Mandorle per chef stellati e barrette per sportivi
Per promuovere ulteriormente la sua attività, Marchisio ha stabilito collaborazioni con chef stellati: “Hanno incluso la mandorla nei loro menù, confermando così la qualità e l’appetibilità del prodotto“. Ma non è finita qui: “Ho iniziato una collaborazione con un apicultrice locale e abbiamo realizzato la barretta energetica Cicletta, un prodotto gourmet che combina le nostre mandorle piemontesi con il suo miele locale. Un prodotto che vogliamo promuovere in eventi sportivi a due ruote e nelle strutture ricettive”. Intanto dopo il prodotto sgusciato si punta al pelato.
Con tutte queste iniziative e strategie, Stefano Marchisio dimostra che la tradizione può incontrare l’innovazione. La frutta fresca è in crisi e si cercano alternative: “Coltiviamo ancora pesche, kiwi e mele ma il mio obiettivo è passare completamente a questa nuova produzione”. Cambiamento, ma prosegue il lavoro di famiglia: “Iniziato in azienda da mio nonno negli anni anni ’60, poi proseguito da mio padre“. Ora è il turno di Stefano, con stile innovativo ma le radici ben piantate a Cuneo dove continua la tradizione di famiglia. E con dimensione sostenibile. Ha ricevuto il finanziamento del bando parco agrisolare e punta alla produzione di energia pulita.