Un must della colazione americana sarebbe in crisi. Con l’inizio del nuovo anno, secondo quanto riportato da Repubblica, il succo d’arancia negli Stati Uniti starebbe vivendo un periodo tutt’altro che facile: da un lato il crollo dei prezzi della commodity, dall’altro lato i consumatori che si sarebbero abituati, alla fine dello scorso anno, a trovarlo sugli scaffali a prezzi proibitivi e pertanto avrebbero deciso di non acquistarlo più. Anche perché, a quanto pare, ci sarebbe un problema di gusto con cui fare i conti.
Prima di entrare nel merito di quanto riportato dal quotidiano, un'analisi da chi in Italia produce spremute e le esporta in tutto il mondo, America compresa.
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A impensierire la manager semmai sono le ricadute che potrebbero avere i possibili dazi trumpiani: "Nello scorso mandato - ricorda Grasso - Donald Trump mise un dazio del 25% sulle arance fresche, ma salvò le spremute, probabilmente proprio per gli elevati consumi del Paese. Impossibile prevedere che cosa succederà nei prossimi mesi, non possiamo fare altro che attendere".
Prezzi dimezzati
Ma torniamo alla presunta crisi dei succhi. Secondo Repubblica, in America, il prezzo del succo d’arancia avrebbe subito un crollo significativo: dai picchi record di fine dicembre, quando aveva toccato il massimo storico di 5,47 dollari a libbra, ora si sarebbe attestato a 2,62 dollari.
Il che, però, non avrebbe fatto ripartire i consumi: "Il succo d'arancia sta uscendo molto lentamente dagli scaffali dei supermercati - ha commentato un analista di Expana, società specializzata in analisi delle materie prime - In alcuni punti di vendita il prodotto è persino impolverato per via della mancanza di acquisti".
Un problema di qualità
Secondo il quotidiano, ci sarebbe poi un problema legato alla qualità del prodotto dovuto alla patologia che ha colpito gli agrumi negli ultimi anni, il Greening. "In condizioni normali - riferisce l'articolo - i produttori mescolano i succhi di annate diverse per garantire un sapore omogeneo e di alta qualità. Tuttavia, con una disponibilità ridotta di prodotto, sono state impiegate tutte le arance". Con il risultato di un succo meno gustoso, che avrebbe deluso e allontanato i consumatori.