"Il trend dell'uva da tavola senza semi è impressionante, sono varietà che hanno una marcia in più. Il consumatore cerca e trova croccantezza e gusto, ci aspettiamo che la domanda cresca ancora".
Esordisce così Marcello Guidi responsabile del mercato estero per Apofruit Italia e country manager per le uve da tavola, che prosegue: "Una tendenza che conferma la scelta di Apofruit, che già 20 anni fa scommise su queste varietà. Oggi appare chiara la lungimiranza".
Domanda in aumento, sì ai nuovi impianti
Un successo, quello delle seedless, per il quale i volumi sembrano non bastare mai.
"Tra Apofruit e Op Terra di Bari, nostra socia in Mediterraneo Group, gestiamo circa 10mila tonnellate di uva seedless - precisa Guidi - Nonostante questi volumi non riusciamo a soddisfare la domanda complessiva, sono quindi in programma nuovi investimenti".
"I consumi di queste uve sono in crescita, e pertanto anche i soci produttori sono convinti - sottolinea - C'è margine per crescere ancora".
Dunque l'idea è di procedere con nuovi impianti, ma non senza cautela. "In Italia - sintetizza Guidi - occorre stare attenti a seguire uno sviluppo produttivo coordinato, che sia realmente funzionale alla crescita della domanda. Oggi le vareità senza semi sono molto richieste, ma non dobbiamo dimenticare che sono prodotti con costi produttivi importanti, basti pensare alle royalties".
La stagione in corso
Quanto alla stagione in corso, nessun problema in termini di qualità e di remunerazione dei soci produttori, entrambe più che soddisfacenti.
Le rese sono invece leggermente inferiori rispetto alle previsioni, ma non stupisce: "Il cambiamento climatico ci pone di fronte a fenomeni imprevedibili e impattanti - argomenta il manager - Un aspetto che andrà sempre più considerato in fase di investimenti, occorre adeguare gli impianti a questo nuovo corso".
Più chiarezza nel reparto ortofrutta
Il consumatore dunque cerca le uve senza semi ma nel reparto ortofrutta, tra scaffali pieni di prodotti all'apparenza simili, può trovarsi disorientato.
"Un tema di non facile soluzione, occorrerebbe una comunicazione mirata, ma non è semplice - commenta Guidi - Le varietà sono tante e spesso sono nuove, ma comunicare in reparto resta una grande sfida. Qualcosa, però, si sta facendo".
"Per i consumatori italiani - aggiunge - c'è un aspetto in più da considerare, ossia quello culturale. Nella Gdo italiana l'origine del prodotto fa la differenza".
Il punto sulle promozioni
Infine, a proposito di reparto, una riflessione sulle promozioni.
"Uno strumento utile per proporsi al consumatore, a patto che siano concordate - conclude Marcello Guidi - Per essere efficaci per tutti gli attori della filiera dovrebbero sempre seguire l'andamento produttivo e non decise a calendario".