Per produrre e vendere bene le mele, ma pure tutti gli altri prodotti ortofrutticoli, non sono sufficienti le risorse economiche soprattutto quando il tessuto imprenditoriale non è dominato da poche grandi aziende ma caratterizzato da tante piccole, se non micro, imprese. Queste con la cooperazione e l'aggregazione possono competere con attori dalle spalle finanziarie robuste.
Lo dimostra il tema delle pmi e dei distretti italiani studiati in tutto il mondo per la capacità di fare sistema.
La logica vale anche nel settore ortofrutticolo dove cooperative, consorzi e altre forme di aggregazione si dimostrano vincenti come i distretti industriali che si sono affermati a partire dagli anni settanta. Non basta la somma, serve il capitale sociale. La letteratura scientifica sul tema è ricchissima, ma partiamo da un caso di cronaca che illumina questa filosofia imprenditoriale.
La potatura solidale nel Distretto della mela della Val di Non
La cronaca di questi giorni - una notizia locale ripresa anche a livello nazionale - ci informa che a Casez, in Trentino, "Arturo Sarcletti, melicoltore colpito da una brutta forma di broncopolmonite, è stato aiutato da un gruppo di 50 piccoli coltivatori come lui, che si sono riuniti (si legge sull'agenzia Ansa, ndr) per prendersi cura delle sue piante mentre lui consumava la degenza in ospedale".
La potatura solidale ha preso forma nel Distretto della mela della Val di Non, un chiaro esempio, reale e concreto, delle conseguenze economiche dell'economia relazionale.
In questa storia a lieto fine Arturo Sarcletti dopo la convalescenza ha ritrovato casa e meleto. Quest'ultimo in buone condizioni e pronto a produrre in modo efficiente grazie al lavoro di squadra degli agricoltori, ma pure i vigili del fuoco volontari di Casez, che hanno permesso di salvare l'annata e il bilancio aziendale.
I vantaggi dell'economia relazione spiegata dai melicoltori
All'Ansa i protagonisti hanno sottolineato: "Noi conosciamo benissimo il valore e i vantaggi anche pratici della cooperazione. Per noi è la normalità. Se tutti reimparassero a pensare che il problema di uno è affare di tutti, probabilmente il mondo sarebbe migliore”.
Sono riti studiati in passato dagli antropologi, ricordiamo la ricostruzione del gregge di pecore in Sardegna grazie ad un contributo degli altri pastori verso l'allevatore sfortunato, ma che hanno una forte valenza economica nella nostra epoca.
Evitare la guerra al ribasso dei prezzi
Il discorso naturalmente va oltre il gesto solidale di un gruppo verso un singolo, ma influenza le relazioni tra produttori. Qualche esempio: non fare concorrenza sui prezzi ma cooperare per ottenere sul mercato il maggior vantaggio per tutti i produttori. Decidere insieme le migliori tecniche da adottare in campo, unificare i servizi comuni. Una visione imprenditoriale basata sull'investimento nelle relazioni.
Rafforzare relazioni e aggregazione
La bella storia di Casez è solo uno dei segni di un'organizzazione economica - le mele sono il prodotto italiano più venduto al mondo - che ha investito sul rafforzamento delle relazioni locali, stabili e durature che, come sottolineano gli economisti del capitale sociale, assumono un ruolo cruciale all’interno del processo di sviluppo. Coltivare relazionie curare l'aggregazione fa bene all'ortofrutta.