Il Caab, il mercato ortofrutticolo di Bologna, ha una fama nazionale grazie al tetto fotovoltaico più grande d'Europa e alle attività di recupero e ridistribuzione delle eccedenze e pure internazionale, ha una divisione che vende consulenze gestionali in tutto il mondo, ma in città non tutti lo sanno. La conferma arriva dal presidente Marco Marcatili: “Solo il 40% dei bolognesi conosce il Caab e pochi sono informati della qualità dei prodotti che intermediamo“. Ma c'è un progettoper connettersi con la città e oltre la sostenibilità economica e ambientale si punta anche al sociale attraverso nuove regole per chi lavora nel mercato agroaliemtare.
Cibo buono e anche giusto
Sul tema del lavoro il presidente ha annunciare alcune linee del piano strategico 2023-2025, che sarà presentato a breve: “stiamo lavorando ad un protocollo di sito che guardi alla trasparenza delle filiere che arrivano al Caab e che dal Caab si diramano. Dall’agricoltura alla logistica, vorremmo strutturare regole e procedure che possano garantire la qualità non solo del prodotto, ma anche del lavoro da cui quel prodotto deriva, aumentando così l’impegno per promuovere forme sostenibili di produzione e di commercio”. Alcune settimane fa si sono verificate delle frizioni con i Si Cobas e alcune imprese interne. “Il prodotto agricolo – continua Marcatili – deve essere non soltanto buono, ma anche giusto: rispettare il lavoro e l’ambiente. Stiamo lavorando per poter garantire tutto questo ai nostri acquirenti e al consumatore. A Bologna e al Caab ci sono le premesse per divenire un laboratorio della responsabilità alimentare e del lavoro”.
In visita il cardinale Zuppi: “Il lavoro del Caab riscatta la notte”
Oggi al Caab, di buona mattina (alle 5.45) ha fatto visita il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna. “Basta camminare per le vie della città per rendersi conto che troppo spesso, per troppe persone la notte diventa luogo di invisibilità ed emarginazione, l’attività del Caab è occasione per riscattare la notte, per illuminarla attraverso la dignità del lavoro, l’opportunità di operare per la comunità e di essere comunità, vincendo il rischio dell’isolamento”. E “Per questo – ha proseguito il Cardinale – abbiamo il dovere di preservare questo luogo, di conferirgli il valore che merita. Del Caab è necessario avere cura perché genera occupazione e sostiene l’agricoltura locale”.
Al Caab lavorano in mille
Accanto al Caab c'è Fico, la Fabbrica contadina, ma lo stesso mercato rappresenta in termini occupazionali una vera e propria fabbrica. Vediamo i numeri offerti dal mercato: “Il mercato notturno si sostiene grazie all’attività di oltre mille persone, che lavorano qui ogni notte per rifornire i dettaglianti e per permettere ai prodotti locali di raggiungere il Paese e l’Europa”. E si vuole ampliare l'attività: “L’obiettivo strategico è avvicinarci alla città, intesa in senso metropolitano, l’attenzione del Cardinale apre ad una maggiore prossimità, è un’occasione che intendiamo sfruttare per raggiungere meglio Bologna. Vogliamo rilanciare l’ortomercato, aprendolo ai cittadini, e sbarcare in città, attraverso i mercati rionali” ha sottolineato il presidente Marcatili. “Già oggi Bologna si nutre della frutta e della verdura che provengono da qui, bisogna che il Caab entri nei cuori dei bolognesi, non solo negli stomaci”, ha sintetizzato il cardinale.