17 dicembre 2021

Crisi container: le previsioni per il 2022

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In un anno caratterizzato dai noli alle stelle e dal servizio non sempre di qualità dei trasporti marittimi, non sono mancati i contrasti tra spedizionieri e compagnie marittime. Ma qualche giorno fa, precisamente il 13 dicembre, per avviare un percorso comune, si sono sedute intorno allo stesso tavolo le associazioni degli spedizionieri European shippers council (Esc), dei vettori World shipping council (Wsc) e degli armatori European community shipowners associations (Ecsa).

Variante Omicron permettendo, potrebbe essere questa la premessa per un 2022 più tranquillo sia in termini di prezzi più equi in stiva, sia in termini di un servizio più efficiente.

Le ricadute della pandemia sul trasporto marittimo

Gli effetti che la pandemia ha avuto sulla logistica in generale, e sul trasporto marittimo in particolare, sono molteplici e ormai noti. Le oscillazioni della domanda e dell'offerta, i modelli di consumo interrotti o comunque variati, l'approvvigionamento alternato di alcune categorie merceologiche, i diversi lockdown, le infrastrutture e i porti congestionati, nonché la carenza di manodopera, hanno portato a uno scombussolamento totale del servizio risultato, il più delle volte, tanto costoso, quanto inaffidabile.

Armatori, vettori e spedizionieri a confronto

E pertanto, l'intendo di armatori, vettori e spedizionieri di dare avvio a un confronto è, per tutta la filiera, una buona notizia.
“Questa iniziativa Esc-Ecsa-Wsc mira a una migliore cooperazione tra i partner della catena di approvvigionamento e a un funzionamento più sano della stessa – si legge in una nota rilasciata dalle tre sigle – Quello del 13 dicembre è il primo di una serie programmata di incontri tra i caricatori e i vettori, finalizzato a uno sforzo congiunto per trovare soluzioni  e migliorare la comprensione reciproca delle sfide che ogni parte affronta”.

A quanto riferito dai protagonisti, con il primo incontro è iniziata una discussione franca e positiva circa le cause e gli effetti delle recenti interruzioni della catena di approvvigionamento. Nelle prossime riunioni si parlerà di come migliorare la comunicazione tra le parti e verrà avviato un dibattito di lungo termine su due temi quanto mai attuali:  decarbonizzazione e digitalizzazione.

Margini operativi mai così alti, l'incognita Omicron

In questo scenario caratterizzato dal dialogo, va ricordato che ad aver beneficiato della situazione sono state di sicuro le compagnie marittime che svolgono trasporto internazionale di container. Per le quali, infatti, si prevede una chiusura del 2021 caratterizzata da profitti record: Alphaliner, nota società di ricerca del trasporto container, stima 120 miliardi di dollari (in termini di ebit) per le prime dieci compagnie.

Tanto per dare la dimensione del fenomeno, basti pensare che si tratta di una cifra sei volte superiore a quella rilevata nel 2020 e che i margini operativi sono pari al 56%, contro il 3,7% del 2018.

Sembra che le compagnie stiano utilizzando i profitti per investimenti che porterebbero benefici a tutta la supply chain: ampliamento delle flotte o il loro rinnovo, nuove tratte, ingresso in nuovi segmenti della logistica. Ma, avverte Alphaliner, non è detto che si torni alla normalità: la variante Omicron, nel 2022, potrebbe spingere gli utili delle compagnie marittime ancora più in alto. Il che significherebbe un altro anno all'insegna di prezzi dei noli fuori portata.

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