27 gennaio 2023

Noli container, -90% rispetto a un anno fa

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Da un anno esatto, come già rilevato da myfruit.it, i noli marittimi dei container sono in discesa libera. A confermarlo le ultime rilevazioni di ieri (26 gennaio, ndr.) di Drewry container index, le quali mostrano una contrazione settimanale dell’indice di almeno il due percento.
Va rilevato che il dato non è valido indistintamente per tutte le rotte. Per esempio, in una delle tratte maggiormente battute tra Oriente e Vecchio Continente, quella cioè tra Shanghai e Rotterdam, per un container da 40 piedi sono sufficienti un po' meno di 1.800 dollari, quasi il 90% in meno rispetto a un anno fa.

Le altre rotte

Un dato significativo e tutto sommato allineato con quelli che si sono registrati lungo altre rotte. Sebbene, infatti, nella tratta tra Shanghai e Genova il  costo del nolo resta sostanzialmente invariato a livello settimanale da 2.780 a 2.778 dollari, va rilevato che allo scalo ligure si rileva comunque una contrazione significativa della tratta Shanghai-Genova, -78% su scala annuale.
Fuori dal coro, invece, la rotta tra Shanghai e Los Angeles, che mostra un incremento settimanale dell’uno percento. Tradotto però su scala annuale, si tratta comunque di un decremento dell’81 per cento. Resta invece stabile, se il riferimento è quello settimanale, la rotta transatlantica nei due sensi tra Rotterdam e New York.

Per il fresco è diverso

Quanto detto fin qui vale per i container a temperatura ambiente; per i noli dei container refrigerati le condizioni di mercato non sono del tutto mutate anche se, secondo le rilevazioni di Xeneta, anche per questa casistica la parola d'ordine è decremento.
Dopo infatti due anni con valori sopra i cinquemila dollari per un 40 piedi, il nolo spot per i reefer tra Europa e Asia è sceso a 4.240 dollari al 23 gennaio e quello dei contratti a lungo termine è di poco inferiore a 4.500 dollari (dopo un picco di 4.850 dollari a settembre 2022).

Refrigerati in caduta libera

Secondo Xeneta, i volumi dei container reefer tra Europa ed estremo Oriente hanno raggiunto il picco nel 2020 e da allora hanno iniziato una lenta discesa. Nel 2021 si è infatti registrata una contrazione del 4%, mentre nel 2022 si è trattato del -13 per cento. In termini assoluti, rilevano gli esperti, si sono persi 100mila teu (twenty equivalent unit, l'unità equivalente a venti piedi, ndr.) da gennaio a novembre 2022. La principale causa è la contrazione del mercato cinese, la quale è stata compensata, ma solo in minima parte, dall’aumento della domanda verso l’Asia settentrionale e il sud-est asiatico.

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