La condivisione degli articoli sui social è per myfruit.it una prassi. Aiuta a confrontarsi con gli operatori della filiera e, spesso, a saperne di più. Ovviamente, leggiamo anche quello che postano gli altri, tanto che oggi riprendiamo l'analisi scritta su Linkedin da Giuseppe Caprotti – imprenditore e manager figlio di Bernardo Caprotti (storico fondatore di Esselunga), oggi presidente della Fondazione Guido Venosta – in tema di caro prezzi. E la riprendiamo non solo perché un Caprotti dà ragione a Coop!
Alimentari sotto inflazione
Partiamo dall'inizio. Caprotti comincia la sua analisi ricordando come l'inflazione dei prodotti alimentari tenga banco nel mondo almeno dall'estate 2020. E come il dato attuale (+3,8%) cominci a essere preoccupante. Al centro del ragionamento di Caprotti una affermazione del presidente di Coop Italia, Marco Pedroni, che sul Corriere Economia del 22 novembre ha dichiarato: “C'è chi se ne approfitta”.
Secondo il presidente della Fondazione Guido Venosta, Pedroni fa bene a chiedere conto ai propri fornitori dei rialzi dei loro listini. E fa molto bene, anche, a cercare di aggregare la Gdo con produzione e agricoltura.
Non è un problema di marginalità
Nell'intervista al Corriere, però, Marco Pedroni continuava affermando: “Vorrei che rinunciassimo tutti a qualcosa, nel quadro di un patto che tutela le famiglie. Dall'ultima indagine di Mediobanca sui bilanci del 2020 emerge che la reddittività media dell'industria è stata del 4,7%, mentre quella della grande distribuzione si colloca all'1,5%. La grande distribuzione ha da tempo margini più compressi”.
Ed è proprio qui che l'idea di Caprotti si scolla da quella del presidente di Coop. Per alcuni motivi, puntualmente elencati: “Il divario tra i due settori (Gdo e industria) esiste da sempre. Ed è così in tutto il mondo, ma soprattutto la Gdo italiana non è unita (come dimostra la nomina di Francesco Pugliese, Ad Conad, alla vicepresidenza di Confcommercio), non ha peso politico, continua a farsi guerre inutili e sterili. Che abbassano i margini di tutta la filiera (Gdo, produzione, agricoltura, penalizzando soprattutto quest'ultima).
“Se si continua così – scrive Caprotti, ma è il pensiero di numerosi rappresentanti della filiera, soprattutto lato produzione agricola – molti distributori, produttori e/o agricoltori rischiano l'estinzione. Può valere per i piccoli – dal 2013 al 2020 più di 53mila esercizi commerciali di tutte le tipologie hanno abbassato per sempre le serrande nella Penisola – ma anche per i grandi”.
L'unica alternativa
“La marca – aggiunge Caprotti – fa sì che il distributore possa distinguersi da coloro i quali hanno come unica arma i prezzi. Personalmente, mi sono preso le mie responsabilità. Ai tempi, ho cercato di arginare le pratiche sleali, senza successo. Anche perchè il motto della Gd, ma anche di Confindustria, sembrava essere sempre lo stesso, ognuno per sé e Dio per tutti. Ma così non si va da nessuna parte, si torna all'insostenibilità del business nel lungo termine”. Marco Pedroni, avvicinato da myfruit.it, non ha voluto commentare quanto pubblicato da Caprotti.
Piccolo spazio pubblicità
Le riflessioni di Giuseppe Caprotti terminano con un ringraziamento a un altro calibro da 90 del settore, il “creatore di marche” Mario Gasbarrino, oggi presidente Decò Italia, per questa frase di David MacKenzie Ogilvy: “Qualunque cretino può mettere in piedi una promozione sul prezzo; ma ci vogliono genio, fede e perseveranza per creare un brand“.
E proprio qui, chiamando in causa Gasbarrino, Caprotti mette un link a un nostro articolo. L'articolo in questione è “La Gdo tra taglio prezzi e prodotti premium“, scritto dal nostro esperto del mondo retail, Alessandro Franceschini, che commenta: “Purtroppo il vero tema è che in Italia fare sistema funziona solo ai convegni. La Gdo per l'ennesima volta è disunita, come lo è il mondo agricolo”.