Le denominazioni di origine sono una chance in più per frutta e verdura? Se ne è discusso oggi, a Cibus, durante l'evento Dop e Igp opportunità vincente per l'ortofrutta? organizzato da myfruit.it e moderato dalla direttrice Raffaella Quadretti.
Elena Albertini, vicepresidente del Consorzio di tutela Arancia Rossa di Sicilia Igp, Francesca Nadalini, consigliera del Consorzio di tutela del Melone Mantovano Igp, e Cristiana Furiani, presidente del Consorzio di tutela dl Radicchio di Verona Igp hanno concordato: il valore aggiunto dei prodotti a denominazione è il territorio. E bisogna trovare la strada per fare arrivare questo valore al consumatore.
“Nelle nostre arance c'è tutta la Sicilia, c'è il terreno vulcanico, ci sono le escursioni termiche tra notte e giorno e c'è la brezza marina – ha sottolineato Albertini – La confezione aiuta a comunicare il prodotto, la sua storia e il suo valore, ma sono anche necessarie azioni di co-branding con la Gdo, attività di promozione fuori contesto: noi per esempio serviamo spremute ai dipendenti di una grande multinazionale, siamo così arrivati a un target diverso da quello abituale”.
“Nonostante la Lombardia sia il principale produttori di meloni – ha raccontato Nadalini – ci siamo resi conto che, per il consumatore, le parole Mantova e melone non erano associate. Abbiamo così attivato una serie di azioni capaci di portarci ovunque, abbiamo cercato di essere nei contesti più disparati. Social, radio e tv hanno avuto un ruolo importante, ma anche le degustazioni in abbinamento a prodotti inusuali anch'essi a denominazione, per esempio il Grana Padano Igp, Lo Speck Alto Adige Igp e il Gorgonzola Igp hanno aiutato: citando lo chef stellato Antonino Cannavacciuolo, il melone è il pomodoro della frutta, si abbina con tutto”.
“Il nostro radicchio è un prodotto di nicchia e tale deve restare – ha puntualizzato Furiani – Ma il nostro obiettivo è farlo conoscere in tutta Italia, dall'Alto Adige alla Sicilia. L'acquisto di questi prodotti a valore aggiunto nasce prima di tutto dalla consapevolezza del consumatore, che deve quindi trovare informazioni anche nel punto di vendita”.
Il ruolo della Gdo
D'accordo, ma non del tutto, Luigi La Montagna, responsabile nazionale acquisti ortofrutta MD, che ha argomentato: “Le insegne possono contribuire alla valorizzazione dei prodotti Igp e Dop, ma il lavoro di comunicazione con il consumatore spetta ai produttori e ai Consorzi di tutela. Noi dobbiamo infatti fare i conti con lo spazio in reparto e con il consumatore frettoloso, che difficilmente trova il tempo di leggere mentre fa la spesa. Occorrono sinergie tra la distribuzione e la produzione“.
La Montagna e le altre relatrici si sono anche confrontati sul ruolo del volantino. Tutti d'accordo nel ritenerlo uno strumento che deve informare e promuovere, senza svilire il prodotto.
Citando il buon esempio del Consorzio di tutela Arancia Rossa di Sicilia Igp, il quale è riuscito a presentarsi alle insegne con prezzi simili, La Montagna ha concluso:
“Crediamo tantissimo nei prodotti Dop e Igp e siamo contrari alle promozioni aggressive. Ma i Consorzi, a nostro avviso, dovrebbero vigilare non solo sulla produzione (grazie a rigidi Disciplinari di produzione), ma anche sulla commercializzazione: lo stesso prodotto venduto con differenze importanti di prezzo confonde sia la Gdo, sia il consumatore”.