Rinnovo varietale, ammodernamento delle aziende produttrici, consapevolezza della legalità in ambito agricolo: sono questi i principali aspetti che, secondo Nicola Giuliano, titolare della Giuliano Puglia Fruit di Turi (Bari), hanno permesso al comparto italiano dell’uva da tavola di tornare competitivo.
“Diciamo – spiega – che molto spesso certe libertà nei confronti dei brevetti e nel non rispettare gli impegni tenevano il settore italiano lontano dai migliori clienti e dalle migliori catene della Gdo. Gdo che non vuole alcun tipo di problema legale all’interno del proprio assortimento. C’era una preclusione verso i fornitori italiani, mentre ora possiamo fare uscire la nostra migliore qualità. Perché, a parità di cultivar e di tecniche colturali, i nostri territori e i nostri agricoltori fanno la differenza”.
L’anno della qualità
Quest’anno sarà l’anno della qualità, sostiene Giuliano. “Chi fa qualità sarà premiato, anzi super premiato – dice – Ci sarà, invece, sempre meno spazio per le varietà ormai superate e per il prodotto con problemi qualitativi. Quindi forza e coraggio, perché per i bravi produttori questo sarà l’anno giusto”.
Bravi produttori che, peraltro, non hanno risentito dei problemi legati al maltempo, arginati con le coperture e con le cure sanitarie. “Il grosso l’hanno fato le coperture – conferma l’imprenditore pugliese – La qualità non si fa da sola, servono giornate di lavoro, attenzione, pratiche quali l’acinellatura, la spuntatura dei grappoli e la selezione che altri Paesi non fanno. Solo noi italiani siamo così maniaci. Ma proprio questo ci premia”.
Intanto, però, centri di ricerca italiani e breeder internazionali continuano a mettere il gusto al centro delle proprie attività. “L’uva deve essere buona da mangiare, anzi buonissima. E’ l’elemento di scelta principale. Poi, certo, si guarda a costi di produzione sostenibili, ma ci interessa poco che sia produttiva, di acino gigante o grappolo grande. Stiamo scartando tantissimo in funzione del sapore”.
Cosa c’è di nuovo ancora da scoprire
“Il miglioramento genetico continua, come si va alla ricerca del record nello sport. E ci sarà sempre chi batterà il record dei 100 metri, o del salto in alto”, osserva Nicola Giuliano che conclude: “Dopo 20 anni di ricambi varietali, cinque o sei cultivar che garantiscano continuità, redditività e caratteristiche idonee le abbiamo. Non si va più alla cieca, ci sono già le varietà valide e collaudate su cui costruire, e migliorare, il futuro”.
Nicola Giuliano parteciperà al webinar di myfruit.it “Uva da tavola, le sfide per il comparto – Dall’innovazione varietale al reparto per vincere la competizione“, in programma il 6 luglio alle ore 15.00 in diretta sui canali Youtube e Linkedin di myfruit. Per partecipare è necessario accreditarsi a questo link.